sabato, marzo 31, 2007

MEDITAZIONI RESISTENTI - 31/3/07

APRILEONLINE 31-3

IL CAVALIERE A CAVALLO

FRA CRAXI E CASINI

Il Cavaliere ferito, separato in casa con una delle sue tante amanti, quella vecchia Dc rappresentata dal partito di Pier Ferdinando Casini, si comporta in questi giorni come il classico maschietto italiano, umiliato e offeso, abbandonato senza un (per lui) ragionevole motivo. E toccato nel cuore e nell'orgoglio, anche le brillanti sparate di Berlusconi perdono il loro consueto smalto.
Nel tentativo di recare danno al promotore di questa improvvisa lotta intestina, da qualche giorno il leader di Forza Italia non perde occasione per attaccare il presidente Udc, ultima la strenua difesa dei sodali della Lega, tacciata di estremismo. "Gli estremisti sono quelli dell'Udc, e non il Carroccio", sarebbe stata la pronta levata di scudi del Signore di Arcore, anche se in realtà, solo per fare un esempio, alla riunione di Alessandra Mussolini & Co. ci andrà proprio lui.
Non meno di ventiquattr'ore prima, però, Berlusconi si era lasciato andare a una equiparazione da brivido, altamente rischiosa, che a più di qualcuno ha fatto tremare i polsi. Nel vortice del perduto controllo delle sue emozioni personali e politiche (che come sappiamo bene spesso magicamente coincidono), il Cavaliere ferito si è infatti lasciato andare a questa dichiarazione: "Casini cerca di costruire il grande centro e forse ha nostalgia della politica dei "due forni". Pensa di porsi come ago della bilancia come faceva Craxi". Uno sfogo registrato e archiviato dal soggetto chiamato in causa con assoluta non chalance: "Se Berlusconi pensa che il paragone mi indigni si sbaglia. Craxi è stato una grande personalità politica".
A pochi giorni dal voto contrario sull'Afghanistan, giudicato in Italia e in Europa del tutto controproducente per la sua strategia politica, il presidente del glorioso Milan si cimenta dunque in un altro clamoroso autogol, che soltanto i corti di memoria potrebbero non giudicare tale.
A parte la gaffe sui "due forni", che come rilevato dall'inviperita figlia di Bettino era espressione utilizzata nella prima Repubblica per indicare determinate scelte andreottiane (e non craxiane) in una delicata fase della sua attività di governo, l'infelice confronto proposto da Berlusconi nasce male perché a coinvolgere il fu segretario socialista è proprio lui, cioè a dire colui che del "decisionismo terzista" di Craxi raccolse i frutti più prolifici. Come dimenticare la legge Mammì sui diritti televisivi, tanto per fare l'esempio più eclatante? Come obliare un decennio (gli Ottanta), costellati dall'imperversare politico dell'allora nuovo corso socialista di stampo craxiano, al quale faceva seguito la crescita esponenziale dell'impero economico berlusconiano? Chi potrebbe oggi affermare senza tema di essere smentito che senza Craxi oggi Berlusconi non sarebbe dov'è, non fosse altro perché nel 1994 andò a occupare quell' "horror vacui" lasciato nello scacchiere della politica italiana proprio dal suo maggior referente in transatlantico, per portare a buon fine i suoi mastodontici giri di affari?
Da Craxi a Casini, il salto di re Silvio sembra essere politicamente mortale, col rischio di perdere buona parte di quanto faticosamente accumulato in questi anni, in termini di potere e consenso pubblico. Anni che si sono rivelati lunghi e difficili per il nostro paese, soprattutto per quegli italiani che non hanno potuto godere di corsie preferenziali. Ma il ritorno di un certo "centrismo" di maniera (e di sostanza) potrebbe sempre tornare a sparigliare di nuovo le carte. Di questo ha paura il Cavaliere ferito?

giovedì, marzo 29, 2007

MEDITAZIONE - 29/3/07

IL PASTORE TEDESCO

ovvero

IL MACCARTISMO DEL XXI SECOLO

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LIBERAZIONE 29-3
Credere, Obbedire, Combattere
I vescovi italiani si mettono il fez

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MANIFESTO 29-3
I talebani
Ecco l'attesa «nota» dei vescovi italiani sulle unioni di fatto: radicale nella sua omofobia («la differenza sessuale è insuperabile»), integralista nell'imporre la supremazia dell'obbedienza religiosa sulle regole dello stato laico. Si chiede ai deputati cattolici di votare contro qualsiasi legge. Obbediranno?
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L'UNITA' on-line 29-3
il cuore della nota è quello che riguarda la politica, o meglio i cattolici impegnati in politica. Il politico cattolico che sostenesse la legalizzazione delle unioni di fatto viene definito «incoerente». Il compito di dire quello che «deve» fare viene lasciato ad un testo ratzingeriano del 2003 in cui si scrive che il «parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge.»
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CORSERA 29-3
I vescovi ai cattolici: «Mai i Dico»
La nota della Cei sulle coppie di fatto: dovere morale essere contro. I fedeli non possono appellarsi al principio di pluralismo.
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STAMPA 29-3
E’ la campana a morto del cattolicesimo liberale o «progressista» in Italia. Leggiamo infatti che il cattolico «non può appellarsi al principio del pluralismo e dell’autonomia dei laici in politica, favorendo soluzioni che compromettano o che attenuino la salvaguardia delle esigenze etiche fondamentali per il bene comune della società».
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IL RIFORMISTA 29-3
La Cei ha coniato un testo più hard che soft per spiegare come sia ritenuta «inaccettabile sul piano di principio», «pericolosa sul piano sociale ed educativo» e con effetti «inevitabilmente deleteri per la famiglia» ogni «legalizzazione delle coppie di fatto» e, quindi, «la legalizzazione delle unioni di persone dello stesso sesso» perché «si negherebbe la differenza sessuale» giudicata «insuperabile». «Il parlamentare cattolico - si legge nella “Nota” - ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge».
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IL MESSAGGERO 29-3
I vescovi: i politici cattolici votino no ai Dico
«I parlamentari credenti non possono appellarsi all’autonomia dei laici in politica»
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SOLE - 24 ORE 29-3
Proprio nei confronti dei legislatori si manifesta l'affondo più duro e impegnativo della Conferenza episcopale: i vescovi affermano che «il fedele cristiano è tenuto a formare la propria coscienza confrontandosi seriamente con l'insegnamento del Magistero e pertanto non può appellarsi al principio del pluralismo e dell'autonomia dei laici in politica.»
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IL FOGLIO 29-3
Nuovo appello dei vescovi ai politici cattolici contro i DICO. La Cei ha diffuso la nota che vincola i deputati e i senatori cattolici a non appoggiare l’iter del disegno di legge.
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APRILEONLINE 29-3
Che la Cei si occupi della legge italiana è ormai cosa ovvia; la novità è rappresentata, semmai, dal nuovo fondamento "teologico" con cui Ratzinger fa appello a un modello politico di stampo franchista, presentato come la risposta alle sfide della modernità.

mercoledì, marzo 28, 2007

RESISTENZA/MEDITAZIONE - 28/3/07

IL FOGLIO 28-3
Corsivo
Ditelo pure, voi. Dite pure che con l’astensione del centrodestra sull’Afghanistan il governo si è rafforzato e il centrodestra stesso si è indebolito. Ma noi risponderemo che la cosa più importante era riprendere la testa del nostro popolo che voleva travolgere Prodi… E noi l’abbiamo ripresa, la testa del nostro popolo. E l’abbiamo riaperta. E dentro non c’era di nuovo un cazzo.

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Noi qua glielo stiamo dicendo da anni – pare che qualcuno stia cominciando a capirlo.
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REPUBBLICA on-line 28-3
CARTA CANTA
di Marco Travaglio
Un uomo tutto d'un pezzo
"Il prestigio dell'Italia e la pace nel mondo sono per la Casa delle libertà valori di riferimento irrinunciabili. Vengono prima di ogni tattica politica e di ogni interesse di parte. Per questo il nostro governo aveva deciso l'invio di un contingente in Afghanistan. Siamo persone serie e coerenti. Non permetteremo certo che i nostri soldati vengano abbandonati a se stessi".
(Silvio Berlusconi, Ansa, 12 luglio 2006).
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Infatti l’Impero, il Vaticano e Lorsignori, pur non amando Prodi, hanno sempre disprezzato Berlusconi e adesso passano all’incasso del loro “Grande Centro”.
E’ la chiave di lettura di tutto quel che sta succedendo.

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REPUBBLICA on-line 28-3
Titolo
L'Udc a colloquio con Napolitano
I centristi al Colle dopo il via libera al dl sulle missioni: "Ora governo di salute pubblica".

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Si stanno producendo, quindi, le famose “condizioni obiettive” per la costituzione di una IZQUIERDA UNIDA che, dall’opposizione, pur non avendo i numeri per cambiare il sistema, possa almeno limitare i danni del regime clerico-fascista prossimo venturo. Mi piacerebbe tanto ma ci spero poco…
Luciano Seno

lunedì, marzo 19, 2007

MEDITAZIONE- 19/3/07

C@C@O 19-3
PIETA’
per i conservatori benpensanti
Sono le vere vittime del XXI secolo
di Jacopo Fo
Voi ribelli che frequentate questo sito, voi dediti a rapporti sessuali esagerati e a sogni di mondi liberi voi vi lamentate che le cose evolvano così lentamente e vi sentite vittime di una storia angusta, prima di protestare tanto e atteggiarvi a vittime incomprese di un sistema becero e corrotto dovreste volgere il pensiero a chi veramente soffre per la situazione odierna e sente ogni giorno, fisicamente, il dolore provocato dallo sgretolarsi di tutte le certezze.
Sono i conservatori benpensanti le vere vittime del 2000.
Il loro mondo va a pezzi e tutte le certezze evaporano in una scoreggia.
Noi ribelli soffriamo, sensibili al dolore del mondo, per il perdurare delle più ignobili ingiustizie.
Ma la storia con noi è generosa e, fin da quando lo schiavismo fu abolito in America, non passa giorno che non si ottenga una piccola vittoria sociale, scientifica, morale. Basta leggere gli obiettivi sociali che Marx poneva come centrali per dare inizio a una società socialista, che sono scritti alla fine del "Manifesto del Partito Comunista", scritto con il prode Engels. Non ce n'è uno che oggi non sia realtà nei paesi industrializzati. Non voglio con questo dire che si viva in una società socialista, me ne guarderei bene, ma resta il fatto che a Marx molti risposero che quelle sue rivendicazioni elementari erano folli utopie. Al contrario, i conservatori, quelli che chiamavamo un tempo "benpensanti", se la passano ben peggio di noi.
Ogni giorno la storia demolisce il loro mondo. Impietosamente.
Prova a immaginare come si senta oggi chi vive in un sistema ideologico mentale basato sul maschio padrone di moglie e figli, amante di una società strettamente regolamentata e chiusa, fiducioso nello stato e nel sistema capitalista, convinto che al potere ci sia gente valida e che i contestatori sono solo mentecatti e maniaci sessuali drogati e fannulloni.
Se vediamo la situazione da questo punto di vista possiamo solo soffrire per il suo dolore.
Sì, perché ci sono persone che vivono dolorosamente tutti questi culattoni che imperversano ovunque, e vincono addirittura il Grande Fratello, votati da milioni di casalinghe... Omosessuali stilisti, registi, cantanti, calciatori, presidenti di Regione (eletti nonostante fosse di pubblico dominio, rivendicata, quell'orrenda deviazione comportamentale). Omosessuali osannati nonostante il loro vizio vergognoso. Che si può dir di più o di peggio?
E che pensare di tutte queste prostitute dichiarate, addirittura pornoattrici, che non solo arrivano al Parlamento ma pure appaiono in televisione trattate come persone normali?
E che dire di quell'orda di divorziati e conviventi che si annidano perfino dentro i partiti cattolici, come quel Casini...
Che tra l'altro i casini li hanno pure chiusi e rischi di finire nei guai con la legge a comprare il sesso da una meretrice.
Poi c'è la televisione. A noi ribelli fa schifo, ma ci possiamo consolare pensando che possiede anche lati positivi e offre, nonostante tutto, un incremento della circolazione delle informazioni ed è uno strumento di diffusione di una cultura che per quanto bassa e vuota è comunque meglio dell'atavica ignoranza totale che ci ha angustiato per millenni.
Ma per i conservatori la televisione è abominio senza possibilità di riscatto né contropartita.
Ad esempio, c'è quel Papi che è un gran fetentone. Gestisce uno schifo di trasmissione nel quale i concorrenti arrivano a pisciare. Ma il massimo dell'assenza di significato lo si raggiunge quando un concorrente vince una fiammante auto di lusso. La portano sul palcoscenico, fanno salire il concorrente, sopra l'oggetto del desiderio per rimirarlo. Poi per portarla via deve rispondere ad alcune domande. Se sbaglia una risposta per alcuni secondi i concorrenti che ha sconfitto si accaniscono sull'auto con mazze di ferro. Ogni domanda sbagliata sono migliaia di euro di valore automobilistico distrutto a mazzate. A me fa vomitare questa esaltazione dello spreco. Mi dà la nausea.
Ma al conservatore gli fa male fisicamente. Vede un pezzo dei suoi valori ("la centralità della ROBA") buttati al vento, disprezzati. Gli salta il suo parametro sui valori materiali. È come strappargli un pezzo di stomaco e sputarci sopra.
E come si è sentito, il nostro conservatore, scoprendo quanti preti si dedicavano alla pedofilia?
E cosa ha sentito dentro quando ha scoperto che la sua bella banca capitalista gli ha fatto comprare Cirio, Parmalat e bond argentini?
E quando ha scoperto che le partite di calcio erano truccate e i calciatori drogati?
Come si sente uno che vorrebbe tutto in ordine perfetto a sapere che Baudo è ancora in tv, nonostante il processo che ha subito per le mazzette?
E come sta mentre guarda la Gregoraci, rea confessa di mancanza di moralità, che se la gode apparendo su tutti i settimanali, ospite ambita insieme a Moggi dei salotti dentro la tv?
E poi, se ne sarà accorto, che dopo che per trent'anni ha creduto sinceramente che gli ecologisti fossero solo checche isteriche, avevamo ragione noi! Che si siano fottuti l'inverno anche loro lo capiscono.
Una volta per non parlar di niente parlavano del tempo. Ora non possono fare neanche questo. Parlar del tempo mette angoscia.
In fondo noi abbiamo avuto trent'anni per assimilare il concetto del pericolo ambientale. A loro è caduto in testa in 4 mesi.
Hanno creduto in una guerra rapida e giusta in Iraq. Poi hanno scoperto che Bush aveva mentito sulle armi di distruzione di massa di Saddam, che i marines torturano, che la guerra è un disastro senza fine e che i soldati Usa che tornano feriti in patria vengono curati in ospedali che sono letamai... Che immensa serie di cocenti delusioni. Non si salva nessuna grande convinzione. Roba da sentirsi perennemente sull'orlo dell'Apocalisse.
Che ansia. Per forza che così tanti uomini veri sbroccano e si suicidano oppure sterminano la famiglia. Siamo nel mezzo di una crisi di valori epocale. Non sanno più cosa pensare del mondo e questo crea un vero e proprio stato fisico di sofferenza e prostrazione. Essere ancora patriarcali convinti in questo millennio è una sindrome grave.
Se la sinistra avesse un po’ di cuore e un maggior senso pratico, si adopererebbe per istituire subito un "Telefono Amico per Conservatori Delusi dalla Storia". So che questa mia idea non troverà ascolto. Eppure si salverebbero delle vite umane.

domenica, marzo 11, 2007

RESISTENZA - 11/3/07

L'UNITA' on-line 11-3
EDITORIALE
Dove vola l’avvoltoio
Furio Colombo
“Berlusconi non aspetti neanche un minuto a provocare la caduta del governo Prodi e il ricorso a nuove elezioni perché la promessa che aveva fatto fin dall’inizio di non lasciare spazio ai comunisti sta per essere contraddetta (dal probabile voto della Cdl a favore della missione italiana in Afghanistan, ndr) in maniera tale da far pensare che l’intervallo berlusconiano sia servito ai comunisti per assestarsi nel migliore dei modi. Noi - quelli che amano l’Italia - vogliamo dimostrare che non è così e vogliamo farlo subito. Siamo pronti a combattere subito».
È l’articolo di fondo, pag. 1, apertura, de Il Giornale organo personale di Berlusconi, il giorno 9 marzo -- voce ufficiale della destra di Berlusconi sul giornale di Berlusconi.
Da notare la parola «combattere» che, come si vede dal contesto, non è una metafora.
Sono importanti anche altri due passaggi di questo testo.
Il primo: «perché di questo si tratta con l’attuale governo, del comunismo, in tutte le decisioni già prese e in quelle da prendere. È lo Stato comunista. E il comunismo non può governare se non come Stato di polizia».
Il secondo: «Non lo vedono (i politici di destra, ndr) che i giovani girano a vuoto fino al punto di ammazzarsi con l’unica arma che possiedono? I politici hanno fatto una legge per vietare la violenza negli stadi. Pensano davvero che combattere per la propria squadra sia “stupido” oltre che illegittimo? Ma per cosa devono combattere questi giovani, con che cosa si possono identificare se non gli è stato messo davanti altro valore che il calcio?».
Il manifesto combattentistico (e la macabra celebrazione dell’omicidio dell’ispettore Raciti) pubblicato con solennità dal quotidiano personale di Berlusconi non gira a vuoto. Appare il perno di una strategia, una febbre lucida di distruzione della vita italiana che la parola “guerra” inietta nelle vene berlusconiane come una droga. No, i talebani non c’entrano e neanche gli alleati americani. Scherziamo? I nemici sono - ci spiega Libero pag. 3, articolo di Fausto Carioti lo stesso giorno - «Romano Prodi, Massimo D’Alema, Arturo Parisi e Piero Fassino (che) con ogni probabilità proveranno a mettere la testa sotto la sabbia, incrociare le dita, continuare a dire che la nostra era e resta una missione di pace e sperare che non ci scappi il morto. Sta alla Casa delle libertà inchiodarli alle loro responsabilità: siete pronti ad ammettere che i militari italiani in Afghanistan sono in guerra contro i talebani? Se, come è assai probabile, Prodi si dichiara contrario a mettere i nostri soldati in assetto di guerra, metterebbe in gioco, per la sua sopravvivenza politica, la vita dei nostri soldati».
Vedete dunque dove vola l’avvoltoio. Vola in cerca di cadaveri da poter depositare, con bandiera e tutto (e la più cinica finzione di patriottismo), davanti a Palazzo Chigi come strumento (pensate all’orrore di questa parola) per rifare elezioni già in parte misteriosamente taroccate e comunque rese “malate” dall’esito (due Camere elette con due leggi diverse e dunque con due maggioranze diverse) dalla legge-porcata di Calderoli. Una grave, drammatica questione internazionale viene dunque usata come espediente per salvare, tutto insieme, legge Cirielli, prescrizioni, condoni, Mediaset, processi in cui l’ex premier è tuttora - e più che mai - imputato, conflitto di interessi, affari personali, la cosidetta riforma giudiziaria Castelli che spazza via il potere giudiziario, tutte le leggi ad personam che si possono ancora fare, magari spartendo un po’ di benefici anche con altri imputati di crimini vari, tipo Mitrokhin, Sanità, intercettazioni illegali, tutte imprese di bravi compagni di strada.
Ma questo non è un dibattito sulla politica internazionale e non è neppure un dibattito sulla pace e sulla guerra.
No, questo è un percorso di trappole e tagliole per tentare di liberarsi di un governo che sta tentando di ripristinare dignità e legalità in un Paese duramente manomesso, a cui stava per essere sottratta persino una parte importante della Costituzione e la libertà dei giudici.
Dunque il voto è ancora una volta per o contro Berlusconi.
Può essere utile ricordare le parole citate all’inizio di questo articolo, l’articolo di fondo de Il Giornale firmato da Ida Magli.
Il fatto importante è che, avendo la Magli scelto di scrivere un articolo paleo-fascista in cui il nemico è il comunismo, il condottiero è Berlusconi, l’uomo da abbattere è Prodi, e il valore centrale è il maschio che sceglie la guerra e l’appello a combattere, quell’articolo è diventato un editoriale. Sul giornale personale di Berlusconi. Dunque il proclama della metà dell’Italia che dice di rappresentare. Sarebbe un errore riderci sopra.
Chi vorrà dare il suo voto a questa gente?
(versione ridotta)

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PERO’…
…però il compagno Colombo non ci dice a quanti ed autorevoli componenti del suo schieramento sono altresì applicabili le sue peraltro sacrosante considerazioni.
Luciano Seno

venerdì, marzo 02, 2007

MEDITAZIONE -2/3/07

LA PALLA AL PIEDE
dell’Italia è “quel coacervo di preti, fascisti, farabutti e fessi che nei passati ottant'anni ha impedito che l'Italia divenisse un normale paese europeo”, come recita da tempo la testata di questo blog.
E se provi, non dico a spezzare la catena ma almeno ad allungarla un po’, come stava facendo il timido e velleitario Prodi con la sua nidiata di “polli di Renzo”, arrivano subito Cossiga (Impero), Andreotti (Vaticano) e Pininfarina (Lorsignori) a farti lo sgambetto.
E per rimettersi in piedi, il poverino ha dovuto fare un robusto passo al centro – per ora. E ricordiamoci che “il diavolo è nel dettaglio”: l’Opus Dei è saldamente insediata nella compagine governativa. “Piccolo dettaglio” del quale nessuno, ripeto, nessuno, da nessuna parte, ha il coraggio di parlare.
Come titolava ieri il MANIFESTO, Prodi “ha preso i voti” -- e non è detto che basti: come diceva Eduardo, “gli esami non finiscono mai”.
E’ dal dopo “Mani Pulite” che l’Italia si regge sul teorema Agnelli-Cuccia: “Niente di meglio di un governo di centro-sinistra, per avere una seria politica di destra.”
E infatti, eccoci qua a fare la guerra in Afghanistan, aumentare le basi militari americane in Italia, glissare sui DICO e l’eccetera è su tutti i giornali tutti i giorni – sennò vi ribeccate Berlusconi.

Luciano Seno
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STAMPA 2-3
Corsivo
Suddetti
jena
Ieri Berlusconi ha smentito di aver detto che gli elettori di centrosinistra sono dei coglioni. Ma nel frattempo i suddetti elettori se l’erano detto da soli.