domenica, aprile 12, 2009

Addio a Luciano Seno, mitico Kap

Il 26 marzo 2009 è morto Luciano Seno, l'autore di questa rubrica..

Aveva 83 anni ed era stato corrispondente Ansa ad Algeri e Lima. Era conosciuto anche come “il Kapitano” perché in gioventù aveva lavorato e navigato nella marina mercantile.

Dopo Resistere a Berlusconi, sempre per Bengodi Sity, aveva curato anche la rubrica VECCHIO CANE ROSSO.

A questo link un pezzo di Sandro Simone che lo ricorda.

sabato, luglio 14, 2007

COMMIATO

COMMIATO

Cari Amici,
il peso di otto decadi godute con scarsa cautela mi è piombato addosso tutto insieme ed all'improvviso. Da oggi sarò impegnato a tempo pieno alla conservazione d'una vecchia carcassa ultra-ottuagenaria cardiopatica e sovrappeso.
Per quanto mi riguarda, questo glorioso blog decennale, che ha avuto punte di 5.000 lettori quotidiani e citazioni sulla stampa estera, è chiuso.
Lascio il suo destino nelle mani dei compagni di BENGODI.
LUCIANO SENO

giovedì, maggio 31, 2007

RI-MEDITAZIONE - 31/5/07

GRANDE CENTRO

Lavori in corso

Luciano Seno

“Calma ragazzi, non vi agitate, tanto in Italia non succede mai niente – e se non credete a me, fatevelo dire da Togliatti”, predicava mio nonno, a noi giovani che nell’immediato dopoguerra sognavamo di cambiare il mondo, non solo l’Italia.
E, mutatis mutandis, la predica del vecchio è sempre valida e permette al sottoscritto di riprendere il discorso dopo alcune settimane d’obbligato ed involontario intervallo con il “Como deciamos ayer” (“Come dicevamo ieri”), pronunciato secoli fa dal filosofo salmantino Fray Luis de Leon al risalire in cattedra dopo una lunga permanenza nelle galere dell’Inquisizione.
Come dicevamo ieri, quindi, l’Impero, il Vaticano e Lorsignori hanno decretato per l’Italia un regime di “Grande Centro” e tutto quel che succede continua ad andare in quella direzione – è solo questione di tempo.
Come, per esempio, quella bolla di sapone con su scritto “Partito Democratico”.
Il PD (Partito Dimissionario) consiste praticamente nel recupero degli unici asset rimasti alle due formazioni fallimentari DS e DL: le tecnostrutture elettorali ancora efficienti e radicate sul territorio, le quali vengono messe a disposizione del progetto centrista senza un minimo di paletti.
Come si fa a chiedere alle persone per bene di appendersi al muro il ritratto d'un Craxi pregiudicato e morto latitante, di "rispettare Berlusconi" e, quel ch’è peggio, di imbrancarsi con la mafia clerico-fascista dell'Opus Dei, fondatrice, fiancheggiatrice ed ora continuatrice del franchismo?
L’Opus Dei – di cui la famigerata Loggia P2 di Licio Gelli fu solo una pallida imitazione – è destinata ad essere “the power behind the throne” del Grande Centro.
Ma questo non ve lo dice nessuno perché c’è un ordine di scuderia in tutto il sistema mediatico – dell’Opus non si parla. Perché il tanto che c’è da dire non fa comodo a nessuno. Specialmente a quelli che dopo aver predicato fino alla nausea che “Si vince al centro” stanno ora facendo incetta di pomata per le emorroidi.
E da dire, sull’Opus, in estrema sintesi, c’è che è diffusa in tutto il mondo con una penetrazione sempre più forte negli ambienti della finanza e della politica. Un'influenza decisiva sulle posizioni del Vaticano. È misteriosa come una setta e al centro dei più clamorosi scandali finanziari internazionali: il caso Calvi-Ambrosiano, il caso Ruiz Mateos in Spagna, il crac Parmalat, la recente vicenda di Bancopoli e in particolare i legami con il cattolicissimo Antonio Fazio. L’elezione papale di Joseph Ratzinger è stata resa possibile, come rivelano alcuni recentissimi scoop, da una vera e propria "campagna elettorale" imbastita dai cardinali vicini all'Opus Dei. E non solo il Vaticano. L'Opus Dei ha amicizie e simpatizzanti praticamente ovunque. Massimo D'Alema era presente alla cerimonia di santificazione di Escrivá De Balaguer, il fondatore dell'Opus, celebratasi nel 2002. Francesco Rutelli e Cesare Salvi erano in prima fila ai festeggiamenti per il centenario della nascita di Escrivá. L'amicizia tra Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri nasce proprio grazie all'Opus Dei. Una trasversalità politica inquietante. Una camera oscura fatta di ombre e di segreti dei quali – ma guarda un po’, chissà perché – nessuno parla.
Il “perché” si desume dall’introduzione programmatica di questo blog, in quanto la classe politica sedicentemente “riformatrice” è regredita a “quel coacervo di preti, fascisti, farabutti e fessi che nei passati ottant'anni abbondanti -- 20 di fascismo, 50 di DC e 12 di Merda -- ha impedito che l'Italia divenisse un normale paese europeo.”
Paradossalmente, da tutto ciò si dovrebbe altresì desumere che i “polli dii Renzo” della sinistra cosiddetta “radicale” – abuso aggettivale di cui Pannella l’Amerikano giustamente si lamenta – comincino a pensare che ci siano le famose “condizioni obiettive” per la formazione di una Sinistra Unita che, dall’opposizione e pendente un’alternativa di sistema, limiti i danni del regime di quella “Borghesia” di cui tanto si riparla in questi giorni.
Già, domanda: “Democrazia borghese”? “Borghesia democratica”? Ai tempi della guerra di Spagna c’era un grande poeta, Antonio Machado, che era anche un ottimo osservatore politico e rispondeva: “In queste definizioni non ha cittadinanza il prefisso ‘demo’, che vale ‘popolo’, cioè il 95 per cento dell’umanità”.

sabato, marzo 31, 2007

MEDITAZIONI RESISTENTI - 31/3/07

APRILEONLINE 31-3

IL CAVALIERE A CAVALLO

FRA CRAXI E CASINI

Il Cavaliere ferito, separato in casa con una delle sue tante amanti, quella vecchia Dc rappresentata dal partito di Pier Ferdinando Casini, si comporta in questi giorni come il classico maschietto italiano, umiliato e offeso, abbandonato senza un (per lui) ragionevole motivo. E toccato nel cuore e nell'orgoglio, anche le brillanti sparate di Berlusconi perdono il loro consueto smalto.
Nel tentativo di recare danno al promotore di questa improvvisa lotta intestina, da qualche giorno il leader di Forza Italia non perde occasione per attaccare il presidente Udc, ultima la strenua difesa dei sodali della Lega, tacciata di estremismo. "Gli estremisti sono quelli dell'Udc, e non il Carroccio", sarebbe stata la pronta levata di scudi del Signore di Arcore, anche se in realtà, solo per fare un esempio, alla riunione di Alessandra Mussolini & Co. ci andrà proprio lui.
Non meno di ventiquattr'ore prima, però, Berlusconi si era lasciato andare a una equiparazione da brivido, altamente rischiosa, che a più di qualcuno ha fatto tremare i polsi. Nel vortice del perduto controllo delle sue emozioni personali e politiche (che come sappiamo bene spesso magicamente coincidono), il Cavaliere ferito si è infatti lasciato andare a questa dichiarazione: "Casini cerca di costruire il grande centro e forse ha nostalgia della politica dei "due forni". Pensa di porsi come ago della bilancia come faceva Craxi". Uno sfogo registrato e archiviato dal soggetto chiamato in causa con assoluta non chalance: "Se Berlusconi pensa che il paragone mi indigni si sbaglia. Craxi è stato una grande personalità politica".
A pochi giorni dal voto contrario sull'Afghanistan, giudicato in Italia e in Europa del tutto controproducente per la sua strategia politica, il presidente del glorioso Milan si cimenta dunque in un altro clamoroso autogol, che soltanto i corti di memoria potrebbero non giudicare tale.
A parte la gaffe sui "due forni", che come rilevato dall'inviperita figlia di Bettino era espressione utilizzata nella prima Repubblica per indicare determinate scelte andreottiane (e non craxiane) in una delicata fase della sua attività di governo, l'infelice confronto proposto da Berlusconi nasce male perché a coinvolgere il fu segretario socialista è proprio lui, cioè a dire colui che del "decisionismo terzista" di Craxi raccolse i frutti più prolifici. Come dimenticare la legge Mammì sui diritti televisivi, tanto per fare l'esempio più eclatante? Come obliare un decennio (gli Ottanta), costellati dall'imperversare politico dell'allora nuovo corso socialista di stampo craxiano, al quale faceva seguito la crescita esponenziale dell'impero economico berlusconiano? Chi potrebbe oggi affermare senza tema di essere smentito che senza Craxi oggi Berlusconi non sarebbe dov'è, non fosse altro perché nel 1994 andò a occupare quell' "horror vacui" lasciato nello scacchiere della politica italiana proprio dal suo maggior referente in transatlantico, per portare a buon fine i suoi mastodontici giri di affari?
Da Craxi a Casini, il salto di re Silvio sembra essere politicamente mortale, col rischio di perdere buona parte di quanto faticosamente accumulato in questi anni, in termini di potere e consenso pubblico. Anni che si sono rivelati lunghi e difficili per il nostro paese, soprattutto per quegli italiani che non hanno potuto godere di corsie preferenziali. Ma il ritorno di un certo "centrismo" di maniera (e di sostanza) potrebbe sempre tornare a sparigliare di nuovo le carte. Di questo ha paura il Cavaliere ferito?

giovedì, marzo 29, 2007

MEDITAZIONE - 29/3/07

IL PASTORE TEDESCO

ovvero

IL MACCARTISMO DEL XXI SECOLO

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LIBERAZIONE 29-3
Credere, Obbedire, Combattere
I vescovi italiani si mettono il fez

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MANIFESTO 29-3
I talebani
Ecco l'attesa «nota» dei vescovi italiani sulle unioni di fatto: radicale nella sua omofobia («la differenza sessuale è insuperabile»), integralista nell'imporre la supremazia dell'obbedienza religiosa sulle regole dello stato laico. Si chiede ai deputati cattolici di votare contro qualsiasi legge. Obbediranno?
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L'UNITA' on-line 29-3
il cuore della nota è quello che riguarda la politica, o meglio i cattolici impegnati in politica. Il politico cattolico che sostenesse la legalizzazione delle unioni di fatto viene definito «incoerente». Il compito di dire quello che «deve» fare viene lasciato ad un testo ratzingeriano del 2003 in cui si scrive che il «parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge.»
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CORSERA 29-3
I vescovi ai cattolici: «Mai i Dico»
La nota della Cei sulle coppie di fatto: dovere morale essere contro. I fedeli non possono appellarsi al principio di pluralismo.
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STAMPA 29-3
E’ la campana a morto del cattolicesimo liberale o «progressista» in Italia. Leggiamo infatti che il cattolico «non può appellarsi al principio del pluralismo e dell’autonomia dei laici in politica, favorendo soluzioni che compromettano o che attenuino la salvaguardia delle esigenze etiche fondamentali per il bene comune della società».
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IL RIFORMISTA 29-3
La Cei ha coniato un testo più hard che soft per spiegare come sia ritenuta «inaccettabile sul piano di principio», «pericolosa sul piano sociale ed educativo» e con effetti «inevitabilmente deleteri per la famiglia» ogni «legalizzazione delle coppie di fatto» e, quindi, «la legalizzazione delle unioni di persone dello stesso sesso» perché «si negherebbe la differenza sessuale» giudicata «insuperabile». «Il parlamentare cattolico - si legge nella “Nota” - ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge».
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IL MESSAGGERO 29-3
I vescovi: i politici cattolici votino no ai Dico
«I parlamentari credenti non possono appellarsi all’autonomia dei laici in politica»
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SOLE - 24 ORE 29-3
Proprio nei confronti dei legislatori si manifesta l'affondo più duro e impegnativo della Conferenza episcopale: i vescovi affermano che «il fedele cristiano è tenuto a formare la propria coscienza confrontandosi seriamente con l'insegnamento del Magistero e pertanto non può appellarsi al principio del pluralismo e dell'autonomia dei laici in politica.»
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IL FOGLIO 29-3
Nuovo appello dei vescovi ai politici cattolici contro i DICO. La Cei ha diffuso la nota che vincola i deputati e i senatori cattolici a non appoggiare l’iter del disegno di legge.
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APRILEONLINE 29-3
Che la Cei si occupi della legge italiana è ormai cosa ovvia; la novità è rappresentata, semmai, dal nuovo fondamento "teologico" con cui Ratzinger fa appello a un modello politico di stampo franchista, presentato come la risposta alle sfide della modernità.

mercoledì, marzo 28, 2007

RESISTENZA/MEDITAZIONE - 28/3/07

IL FOGLIO 28-3
Corsivo
Ditelo pure, voi. Dite pure che con l’astensione del centrodestra sull’Afghanistan il governo si è rafforzato e il centrodestra stesso si è indebolito. Ma noi risponderemo che la cosa più importante era riprendere la testa del nostro popolo che voleva travolgere Prodi… E noi l’abbiamo ripresa, la testa del nostro popolo. E l’abbiamo riaperta. E dentro non c’era di nuovo un cazzo.

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Noi qua glielo stiamo dicendo da anni – pare che qualcuno stia cominciando a capirlo.
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REPUBBLICA on-line 28-3
CARTA CANTA
di Marco Travaglio
Un uomo tutto d'un pezzo
"Il prestigio dell'Italia e la pace nel mondo sono per la Casa delle libertà valori di riferimento irrinunciabili. Vengono prima di ogni tattica politica e di ogni interesse di parte. Per questo il nostro governo aveva deciso l'invio di un contingente in Afghanistan. Siamo persone serie e coerenti. Non permetteremo certo che i nostri soldati vengano abbandonati a se stessi".
(Silvio Berlusconi, Ansa, 12 luglio 2006).
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Infatti l’Impero, il Vaticano e Lorsignori, pur non amando Prodi, hanno sempre disprezzato Berlusconi e adesso passano all’incasso del loro “Grande Centro”.
E’ la chiave di lettura di tutto quel che sta succedendo.

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REPUBBLICA on-line 28-3
Titolo
L'Udc a colloquio con Napolitano
I centristi al Colle dopo il via libera al dl sulle missioni: "Ora governo di salute pubblica".

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Si stanno producendo, quindi, le famose “condizioni obiettive” per la costituzione di una IZQUIERDA UNIDA che, dall’opposizione, pur non avendo i numeri per cambiare il sistema, possa almeno limitare i danni del regime clerico-fascista prossimo venturo. Mi piacerebbe tanto ma ci spero poco…
Luciano Seno

lunedì, marzo 19, 2007

MEDITAZIONE- 19/3/07

C@C@O 19-3
PIETA’
per i conservatori benpensanti
Sono le vere vittime del XXI secolo
di Jacopo Fo
Voi ribelli che frequentate questo sito, voi dediti a rapporti sessuali esagerati e a sogni di mondi liberi voi vi lamentate che le cose evolvano così lentamente e vi sentite vittime di una storia angusta, prima di protestare tanto e atteggiarvi a vittime incomprese di un sistema becero e corrotto dovreste volgere il pensiero a chi veramente soffre per la situazione odierna e sente ogni giorno, fisicamente, il dolore provocato dallo sgretolarsi di tutte le certezze.
Sono i conservatori benpensanti le vere vittime del 2000.
Il loro mondo va a pezzi e tutte le certezze evaporano in una scoreggia.
Noi ribelli soffriamo, sensibili al dolore del mondo, per il perdurare delle più ignobili ingiustizie.
Ma la storia con noi è generosa e, fin da quando lo schiavismo fu abolito in America, non passa giorno che non si ottenga una piccola vittoria sociale, scientifica, morale. Basta leggere gli obiettivi sociali che Marx poneva come centrali per dare inizio a una società socialista, che sono scritti alla fine del "Manifesto del Partito Comunista", scritto con il prode Engels. Non ce n'è uno che oggi non sia realtà nei paesi industrializzati. Non voglio con questo dire che si viva in una società socialista, me ne guarderei bene, ma resta il fatto che a Marx molti risposero che quelle sue rivendicazioni elementari erano folli utopie. Al contrario, i conservatori, quelli che chiamavamo un tempo "benpensanti", se la passano ben peggio di noi.
Ogni giorno la storia demolisce il loro mondo. Impietosamente.
Prova a immaginare come si senta oggi chi vive in un sistema ideologico mentale basato sul maschio padrone di moglie e figli, amante di una società strettamente regolamentata e chiusa, fiducioso nello stato e nel sistema capitalista, convinto che al potere ci sia gente valida e che i contestatori sono solo mentecatti e maniaci sessuali drogati e fannulloni.
Se vediamo la situazione da questo punto di vista possiamo solo soffrire per il suo dolore.
Sì, perché ci sono persone che vivono dolorosamente tutti questi culattoni che imperversano ovunque, e vincono addirittura il Grande Fratello, votati da milioni di casalinghe... Omosessuali stilisti, registi, cantanti, calciatori, presidenti di Regione (eletti nonostante fosse di pubblico dominio, rivendicata, quell'orrenda deviazione comportamentale). Omosessuali osannati nonostante il loro vizio vergognoso. Che si può dir di più o di peggio?
E che pensare di tutte queste prostitute dichiarate, addirittura pornoattrici, che non solo arrivano al Parlamento ma pure appaiono in televisione trattate come persone normali?
E che dire di quell'orda di divorziati e conviventi che si annidano perfino dentro i partiti cattolici, come quel Casini...
Che tra l'altro i casini li hanno pure chiusi e rischi di finire nei guai con la legge a comprare il sesso da una meretrice.
Poi c'è la televisione. A noi ribelli fa schifo, ma ci possiamo consolare pensando che possiede anche lati positivi e offre, nonostante tutto, un incremento della circolazione delle informazioni ed è uno strumento di diffusione di una cultura che per quanto bassa e vuota è comunque meglio dell'atavica ignoranza totale che ci ha angustiato per millenni.
Ma per i conservatori la televisione è abominio senza possibilità di riscatto né contropartita.
Ad esempio, c'è quel Papi che è un gran fetentone. Gestisce uno schifo di trasmissione nel quale i concorrenti arrivano a pisciare. Ma il massimo dell'assenza di significato lo si raggiunge quando un concorrente vince una fiammante auto di lusso. La portano sul palcoscenico, fanno salire il concorrente, sopra l'oggetto del desiderio per rimirarlo. Poi per portarla via deve rispondere ad alcune domande. Se sbaglia una risposta per alcuni secondi i concorrenti che ha sconfitto si accaniscono sull'auto con mazze di ferro. Ogni domanda sbagliata sono migliaia di euro di valore automobilistico distrutto a mazzate. A me fa vomitare questa esaltazione dello spreco. Mi dà la nausea.
Ma al conservatore gli fa male fisicamente. Vede un pezzo dei suoi valori ("la centralità della ROBA") buttati al vento, disprezzati. Gli salta il suo parametro sui valori materiali. È come strappargli un pezzo di stomaco e sputarci sopra.
E come si è sentito, il nostro conservatore, scoprendo quanti preti si dedicavano alla pedofilia?
E cosa ha sentito dentro quando ha scoperto che la sua bella banca capitalista gli ha fatto comprare Cirio, Parmalat e bond argentini?
E quando ha scoperto che le partite di calcio erano truccate e i calciatori drogati?
Come si sente uno che vorrebbe tutto in ordine perfetto a sapere che Baudo è ancora in tv, nonostante il processo che ha subito per le mazzette?
E come sta mentre guarda la Gregoraci, rea confessa di mancanza di moralità, che se la gode apparendo su tutti i settimanali, ospite ambita insieme a Moggi dei salotti dentro la tv?
E poi, se ne sarà accorto, che dopo che per trent'anni ha creduto sinceramente che gli ecologisti fossero solo checche isteriche, avevamo ragione noi! Che si siano fottuti l'inverno anche loro lo capiscono.
Una volta per non parlar di niente parlavano del tempo. Ora non possono fare neanche questo. Parlar del tempo mette angoscia.
In fondo noi abbiamo avuto trent'anni per assimilare il concetto del pericolo ambientale. A loro è caduto in testa in 4 mesi.
Hanno creduto in una guerra rapida e giusta in Iraq. Poi hanno scoperto che Bush aveva mentito sulle armi di distruzione di massa di Saddam, che i marines torturano, che la guerra è un disastro senza fine e che i soldati Usa che tornano feriti in patria vengono curati in ospedali che sono letamai... Che immensa serie di cocenti delusioni. Non si salva nessuna grande convinzione. Roba da sentirsi perennemente sull'orlo dell'Apocalisse.
Che ansia. Per forza che così tanti uomini veri sbroccano e si suicidano oppure sterminano la famiglia. Siamo nel mezzo di una crisi di valori epocale. Non sanno più cosa pensare del mondo e questo crea un vero e proprio stato fisico di sofferenza e prostrazione. Essere ancora patriarcali convinti in questo millennio è una sindrome grave.
Se la sinistra avesse un po’ di cuore e un maggior senso pratico, si adopererebbe per istituire subito un "Telefono Amico per Conservatori Delusi dalla Storia". So che questa mia idea non troverà ascolto. Eppure si salverebbero delle vite umane.