venerdì, dicembre 31, 2004

MEDITAZIONE - 31/12/04

MANIFESTO 30-12

Debito mortale

GALAPAGOS

Il mondo finanziario ha il «pelo sullo stomaco» è riesce a affrontare con disinvoltura devastazioni epocali che riguardano la vita di ognuno di noi. Con una aggravante: i numeri sono grandi e tendono a crescere. I numeri, ovviamente, sono quelli dei morti e dei dispersi: per molti media solo cifre con le quali cercare di far aumentare le vendite. Diventa così curiosità sapere l'effetto del maremoto sul pil. Quanto crescerà di meno nell'area? Dello 0,5%, dell'1% o magari di più. C'è anche chi ci fa sapere che il 43% della produzione di scarpe della Nike arriva dalla Thailandia e dall'Indonesia, mentre quella della Reebok è dipendente dall'area solo per il 36%. Intanto le compagnie di assicurazione fanno i conti sui danni che dovranno risarcire: solo 100 milioni di euro, ha comunicato una big del settore, perché quei paesi sono per fortuna arretrati. Sappiamo anche - ce lo ha detto il Word travel and Tourism Council - che nel settore turistico dei paesi colpiti dal cataclisma lavorano quasi 19 milioni di persone. Molte di loro perderanno lavoro e stipendio per parecchio tempo: in quei paesi non è prevista cassa integrazione. Già, lo stipendio: nessun giornale ha pubblicato dati su quanto guadagnano i lavoratori della Nike o quelli della Reebok; nessuno quanto guadagnano i contadini che si spezzano in due per coltivare il riso e nessuno quanto è il salario dei lavoratori del turismo o con quanto riescono a vivere le migliaia di pescatori che sono affogati con i loro figli nelle squallide baracche vicine al mare che tutti i turisti giudicano «caratteristiche» e fotografano in abbondanza per far vedere al ritorno agli amici come sono poveri, ma felici gli abitanti.

Purtroppo nessuno è felice e la povertà e lo sfruttamento di quelle persone è dimenticata a maggior gloria di vacanze mordi e fuggi. L'altra faccia del sottosviluppo è proprio in questa apparenza: tra un ambiente indimenticabile per noi occidentali e la solitudine e la povertà degli abitanti. Una cifra da sola ne da la dimensione: gli undici paesi colpiti dalla catastrofe assommano - secondo i dati della Banca mondiale - oltre 350 miliardi di dollari di debiti. L'Indonesia da sola è indebitata per 131 miliardi, l'India per 83, la Thailandia per oltre 58. Il debito costa molto per interessi altissimi che l'occidente pretende da paesi che non hanno un rating affidabile. E così questi paesi sono costretti a dedicare al servizio del debito larga parte delle proprie esportazioni (che costano poco, perché il lavoro costa poco) sottraendo risorse allo sviluppo, alla spesa sociale in assenza della quale milioni di bambini muoiono ogni anno di fame e di malattie.

Ieri il cancelliere Schröder in un impeto di generosità dettata forse dalle centinaia di tedeschi che ancora mancano all'appello, ha annunciato l'intenzione di proporre al Club di Parigi, l'associazione dei paesi che hanno indebitato tutto il terzo mondo, una moratoria sul debito di Indonesia e Somalia. Come dire «il resto di niente»: questi paesi ora non sono in grado di restituire neppure una lira.

Forse la soluzione sarebbe quella Argentina: il paese latino americano è uscito da una crisi nera dichiarando fallimento, svalutando la propria moneta e ricontrattando il proprio debito di poco superiore a quello dell'Indonesia. Una soluzione estrema e, forse, poco adatta a questi paesi con un livello di sviluppo decisamente inferiore a quello argentino. Trovare soluzioni più «generose» è possibile. La prima è che i paesi «ricchi» rinuncino ai propri crediti ufficiali. Niente moratoria, quindi, ma cancellazione. Certo le cifre non sono grandi - almeno per l'Italia - ma il gesto sarebbe significativo e in parte compenserebbe lo sfruttamento attuato perfino con gli aiuti allo sviluppo.

La seconda tappa non meno importante è che il Club di Parigi si facesse promotore di una rinegoziazione che coinvolga tutti i debiti privati per abbassare in primo luogo i tassi di interesse e liberare risorse per lo sviluppo. Una soluzione dolorosa, per chi fa del denaro la merce più preziosa, ma necessaria più dell'acqua.


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RESISTENZA - 31/12/04

 

PAESE IN LIQUIDAZIONE - SCAMPOLI DI FINE DÂ’ANNO

Scrivere contro. Tale è la messe di miserabìlia quotidiane a cui dobbiamo assistere che quasi non le contiamo più. L’apnea di democrazia e di giustizia di un intero paese ci spinge sempre più spesso a intingere la penna nell’odio quando parliamo del governo, e tutto questo non è bene in fondo, perché un avversario sleale non si può battere con la rabbia, bensì conservando la testa lucida.

(Stefano Olivieri, www.inmovimento.it 31-12)

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WWW.CENTOMOVIMENTI.COM  31-12

Prodi risponde a Berlusconi: "Ci attacca perché è incapace"

"Siamo scesi in campo per contrastare una sinistra che avrebbe trasformato l'Italia in uno stato autoritario, per fermare uomini che per cinquant'anni sono stati comunisti e che ora si definiscono post-comunisti o addirittura liberali e che hanno ammirazione per tutte le dittature, da Fidel Castro a Saddam Hussein passando per la Cina".

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, durante la conferenza stampa di fine anno, ha descritto così i suoi avversari politici. Poi ha spiegato che la battaglia del centrodestra contro la Grande Alleanza Democratica è paragonabile ad una lotta "tra gli angeli e il demonio, tra il Cristo e l'anticristo". Un concetto un po' esagerato, ha confessato il Cavaliere, "ma che può aiutare a rendere l'idea".

Nella serata di ieri è arrivata la replica del leader del centrosinistra Romano Prodi, che ha bollato la "fanatica contrapposizione tra bene e male proposta da Berlusconi come "la caricatura di un Paese che ha problemi sempre più gravi e un Governo incapace di affrontarli".

"Non volendo riconoscere la propria inadeguatezza ci si inventa cinicamente come diversivo una contrapposizione in termini che sarebbero ridicoli se non fossero il segno davvero allarmante della volontà di ricercare artificiosamente una radicalizzazione nel tentativo di occultare i guasti di una gestione negativa - ha osservato l'ex presidente del Consiglio - i cittadini italiani che misurano ogni giorno sulla propria pelle la reale portata dei problemi di Paese, meritano di meglio. Essi sanno che della loro soluzione noi ci faremo carico con serietà, competenza e determinazione, nell'interesse di tutti e non di alcuni, senza accampare scuse, e senza alimentare divisioni per ragioni scopertamente strumentali".

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CITAZIONI

In queste condizioni non posso che gridare forte tutta la mia indignazione e dire che non è questa l'Italia che noi vogliamo e che gli italiani meritano. Vincere le prossime elezioni diventa ogni giorno di più per me, per l'opposizione e per tutti i nostri concittadini un impegno senza risparmio non solo per governare meglio l'Italia, ma anche per salvare la democrazia e la dignità del Paese.

(Romano Prodi, Repubblica 31-12)

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Gennaio 2005. Perché tra dieci giorni i proprietari di ristoranti dovrebbero denunciare i clienti che non rispetteranno il divieto di fumo? Forse il presidente del Consiglio ha rispettato le norme del codice che lo interessavano? Forse ha chiesto al Parlamento una legge vera sul conflitto dÂ’interessi? Invece ha fatto cambiare norme e termini di prescrizione; ha preso per i fondelli gli italiani dimettendosi da presidente del Milan in ossequio al “conflitto”; ha chiamato i suoi due Sancho Panza, gli ex presidenti di garanzia Pera e Casini, e gli ha ordinato di nominare vigilante allÂ’Antitrust quel tecnico, Pilati, che quando si trattò di scrivere la legge Gasparri si guardò dal lavarsene le mani. 

(Federico Orlando, Europa 31-12)

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CORSERA 31-12

Berlusconi: «La Croce Rossa aiuterà Forza Italia»

Smentite e conferme

Un esercito di 150 mila volontari pronti a lavorare per Forza Italia in occasione delle prossime elezioni politiche. E a sovrintendere allÂ’arruolamento ci sarebbe il commissario della Croce Rossa, Maurizio Scelli. Lo scenario lo ha delineato ieri Libero , il quotidiano diretto da Vittorio Feltri, citando parole di Silvio Berlusconi. Il premier avrebbe annunciato la novità durante un incontro con i senatori forzisti in un hotel romano. La notizia è stata però smentita dallo stesso Scelli, che ha parlato di una battuta di Berlusconi «evidentemente male interpretata». Anche il portavoce del premier, Paolo Bonaiuti, ha negato che vi sia stata una richiesta dal leader di Forza Italia per lÂ’utilizzo in chiave elettorale dei volontari della Croce Rossa. Ma Libero conferma quanto scritto dal suo giornalista, presente allÂ’incontro tra il Cavaliere e i senatori, e suggerisce a Bonaiuti di «smentire Berlusconi». Duro il centrosinistra: «Se la notizia fosse fondata - scrivono in una nota i capigruppo alla Camera di Ds, Margherita, Sdi e Repubblicani europei - sarebbe uno stravolgimento delle funzioni della Cri e del suo presidente». 


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MEDITAZIONE - 30/12/04

 
Materiale fuori ordine di data causa problemi tecnici di BLOGGER

STAMPA 30-12

Ci hanno castrati del senso del tragico

IL Pacchetto Vacanze, ipnotico oltre ogni Valium

di Guido Ceronetti

L’industria del Viaggio è tra le più distruttive per il mondo, e ha la resistenza più ostinata al peggioramento generale dell’esistente. L’aggressione stranamente simmetrica, quasi concomitante, di grande terrorismo e di grandi cataclismi, l’ha finora soltanto schiaffeggiata. Sopravviverà anche a questo ultimo, sovrumano disastro nell’Oceano Indiano. L’industria del viaggio è una religione, l’inesauribilità psichica che genera sogni su sogni è la sua materia prima, e chi fa affari su questo passa per tutti i gradi del cinismo e dell’obbrobrio. Sono pescicani tutti, grandi e piccoli...

La totale insensatezza delle grandi vacanze che si fanno per obbligo si manifesta plasticamente nelle quasi illimitate formule dell’offerta di viaggi: la scelta personale si limita al «già stato», «non ancora stato». I Caraibi mi hanno stufato, quest’anno vado a vedere la Grande Muraglia: voi dove andate? Noi alle Maldive. A ciascuno la sua Samarcanda: bisognerebbe, per essere un po’ seri, concepire partenze senza ritorno, fare i Majorana, scomparire laggiù volontariamente, alle famiglie una cartolina, alle Agenzie organizzatrici le grane. Il rientro nel lenzuolo è un «apparir del vero» dopo un brancicare nell’inganno, nella menzogna, il destino che si fa catartico, la signoria eterna del più forte sul grottesco di queste povere fughe.

Il prossimo agosto ci saranno più prenotazioni per l’Oceano Indiano che nelle estati precedenti. Forse già a Pasqua, che avremo addosso presto, la resurrezione è prevista per fine marzo. E’ probabile che un ignobile albergo distrutto da una bomba attiri come le piramidi dei Maya, purché si abbia cura di fare pubblicità alle macerie e di predisporre dei prefabbricati ad aria condizionata nelle vicinanze.

Perché incontrollabile è il sogno e con qualche psicofarmaco volgare di parole si possono indurre artificialmente milioni di sogni in altrettanti inebetiti che è un gioco poi attrarre ripetutamente agitando uno sconto immaginario. Sicuramente, nel 2005, andrai alle Maldive o ad annusare i roghi del Gange spendendo meno che per un impermeabile in rue de Grenelle, massaggi venerei a parte, sicurezza di volo ridotta per supplemento di avventura.

Ci hanno castrati del senso del tragico: dunque siamo esposti a qualsiasi genere di morte e di stupidaggine in una confusione inestricabile. I viaggi si compiono in stato di semicoscienza, in stato di coscienza per metà oscurata, perciò non lasciano ricordi, sostituiti da oggetti comprati da gonfiarne le case. Anni dopo, la memoria senile racconterà della Grande Muraglia vista nei Caraibi, della torre Eiffel che si drizzava come il lingam di Shiva durante un safari in Uganda finito male.

Ci sono Dei, sempre, a muovere i fili di queste übermarionetten che siamo, a tenerci nel pigliamosche, e non hanno altra sollecitudine, sembrerebbe, che a ristabilire - ci siano di mezzo uomini o materia non singhiozzante - equilibrii che l’essere disfa senza fine, in quanto ogni equilibrio ristabilito è un nuovo disfarne. I colossali disturbi di faglie non sono neppure una scheggia di respiro di Brahman... A chi è tornato apparentemente salvo da quei luoghi, purché si ponga domande forti che richiedono risposte da una voce al di sopra di tutte le contingenze e le sciagure, c’è una lettura e una meditazione da suggerire, il testo sacro della Bhagavad-Gîta, non ne conosco altri in cui il segno di una consolazione divina sia stato con più forza impresso.

Un’altra saggezza perduta è quella del testamento che veniva redatto in vista dei grandi viaggi del passato. Immagino che il marchesino Cesare Beccaria abbia fatto testamento prima di mettersi controvoglia in carrozza per andare dalla sicura Milano all’allarmante Parigi, da cui tornò dopo poche ore di soggiorno angosciato. E’ strano, è sintomo di sonnambulismo, di vita eterodiretta anche questo, che non si lascino buste di Ultime Volontà partendo per viaggi in altri continenti dove i rischi per malattie, incidenti, guerre, sequestri mortali, guerriglie antropofaghe, mine che saltano, terrorismi suicidi, cataclismi naturali in agguato sempre, sono IMMENSI. Malsana confidenza coi mostri nell’ombra, perfidamente acquistata insieme al Pacchetto Vacanze, ipnotico oltre ogni Valium.


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giovedì, dicembre 30, 2004

RESISTENZA - 30/12/04

REPUBBLICA on-line 30-12

CARTA CANTA

di Marco Travaglio

L'ordine regna a Baghdad

"In Iraq le elezioni regolari saranno la conseguenza di uno Stato ben funzionante. Ormai c'è una vita regolare, ci sono le scuole eccetera. Poi, certo, ci sono le cose che non funzionano. Ad esempio, i semafori a Baghdad non funzionano. Ogni tanto scende uno dalla macchina e si mette a dirigere il traffico".

(Silvio Berlusconi, 30 settembre 2004).

Il giureconsulto di Arcore

"Ho dato incarico all'Avvocatura dello Stato di persegure penalmente tutti coloro che recano offesa alla Presidenza del Consiglio. Non penso di essere illiberale, ma credo che sia mio dovere".

(Silvio Berlusconi dopo le contestazioni subìte a Milano e a Bari, 13 maggio 2003).

"Il giudice di pace di Milano, Lidio Morone, ha escluso dalla costituzione di parte civile la Presidenza del Consiglio nel processo per ingiuria a carico di Piero Ricca (che aveva contestato il premier al Tribunale di Milano, ndr)"

(Ansa, 15 novembre 2004).

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Berlusconi ottimista

Il premier "non esclude" una sua candidatura al Quirinale

ROMA – "Cancelleremo la legge liberticida sulla par condicio". Lo ha detto Silvio Berlusconi aprendo la conferenza stampa di fine d'anno. ''Il 2005 può essere l'anno della svolta'', ha dichiarato, assicurando che non ci sarà nessuna manovra correttiva di primavera.

Le promesse mantenute -- "Siamo avanti nel nostro programma di governo, perché abbiamo fatto tutte le riforme che avevamo presentato agi italiani": queste le parole del presidente del Consiglio, secondo cui il Contratto con gli italiani è già stato attuato.

Il Quirinale -- "Al momento opportuno si vedrà. Ma non lo escludo. C'è stato pressing su di me ma c'è anche la figura di Gianni Letta, utilizzabile in ogni luogo".

Lo stato dell'economia italiana -- Berlusconi - che si è detto "ottimista" sull'argomento - ha sostenuto che nel 2004 non è stato affatto perso il potere d'acquisto per le famiglie, che al contrario è risultato "stabile".

La manovra -- "E' stata una Finanziaria storica" quella appena varata, secondo Berlusconi. Una legge che "segna un'inversione" rispetto agli ultimi cento anni, un passo avanti verso "uno Stato più agile, più snello, che costi anche meno". ''Mi sento di escludere con sicurezza - ha aggiunto - l'ipotesi di una manovra di primavera''.

Il taglio delle tasse -- Il capo del governo ha detto che nel 2005 l'Italia sarà entro il 3 per cento del rapporto deficit-pil anche col taglio. E ha ribadito che la riduzione "porta a una maggiore fiducia nello Stato": "Gli italiani si sono accorti che le abbiamo tagliate", ha assicurato. L'aliquota al 39 per cento, comunque, rimarrà. Infine, sullE tariffe, ha assicurato che non aumenteranno.

Le critiche al centrosinistra -- L'opposizione ha "un atteggiamento antitaliano, opera affinché non ci sia un accordo sulla nostra richiesta" di rivedere il patto di stabilità. Questo perché l'Ulivo "ritiene che ogni nostra azione è foriera di grandi mali".

L'apertura all'Udeur -- Berlusconi ha detto di "auspicare fortemente" un arrivo di Mastella nella Cdl; così come di essere pronto ad accordi col movimento di Alessandra Mussolini e con i radicali.

Le prossime priorità -- Il premier ha riferito che nei prossimi tre mesi cambierà la legge - definita "liberticida" - sulla par condicio; quanto a eventuali obiezioni del presidente della Repubblica, ha detto di non saperne nulla. Altra questione importante è il cambiamento della legge elettorale: anche se un ritorno al proporzionale - il sistema "più democratico" - non ci potrà essere entro fine legislatura. Quanto alla legge sul risparmio il premier l'ha definita "non urgente", ma comunque verrà approvata entro la primavera.

Posti di lavoro -- Berlusconi ha promesso 200 mila nuovi posti di lavoro nel 2005.

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LÂ’UNITAÂ’ on-line 30-12

Sommario di I pag.

Il premier si candida al Quirinale, per ora corteggia Mastella

«Io al Qurinale? Non lo escludo». Poco prima aveva rivolto un invito a Mastella a saltare nella Casa delle libertà, magari insieme alla Mussolini e ai radicali. Berlusconi, nella conferenza stampa di fine anno giura che la riduzione delle tasse piace agli italiani e che non comporterà alcuna variazione di bilancio. Quanto poi alle tariffe cresciute a dimisura, il premier ha detto che «non è vero, si sono solo adeguate». E a quest'Italia "miracolata", Berlusconi regalerà anche l'abolizione della par condicio.

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Sogni, bugie e mezze bugie

L'opposizione riscrive la conferenza stampa di Berlusconi

Il più allarmato, Pecoraro Scanio: «È emergenza democratica. Il discorso del premier mostra la pericolosa deriva autoritaria del berlusconismo». Il più preoccupato è Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro: «La realtà sull'occupazione è ben diversa dalle chiacchiere di Berlusconi». Il più ironico, il capogruppo dei comunisti italiani, Pino Sgobio: «Di tutto e di più, il premier ha illustrato come al solito il paese di Bengodi, i sogni sfavillanti». Il più stupito, Ermete Realacci: «Ora vuole farsi fare una legge per tornare presidente del Milan. Se questi sono i propositi per l'anno nuovo non mi resta che augurare buona fortuna. Agli italiani». Il più amareggiato, Vannino Chiti: «Ci saremmo aspettati, in un momento tanto delicato per il mondo, un po’ più di misura e di contegno, invece, il premier è tornato a fare propaganda con la sua solita arroganza». Il più "audace" Bertinotti: «Proponiamo al Presidente del Consiglio una prova di verità. Provi, il Presidente, a fare il percorso nel disagio di un ammalato. Provi a sentire cosa pensa del suo domani un lavoratore della Fiat e del suo lavoro un insegnante. Poi si rechi a sua scelta in una delle tante realtà del Mezzogiorno per parlare con un serricoltore di Vittoria o con un bracciante del Metapontino o con un disoccupato di Napoli o con le popolazioni investite dal problema della discarica ad Acerra. Proponiamo, al Presidente Berlusconi, di riconvocare la sua conferenza stampa a capodanno per raccontare questo suo viaggio».

Le reazioni alla conferenza stampa di fine anno del premier italiano, sono fra l’incredulità e lo sdegno. «Berlusconi – dice ancora Pecoraro Scanio, leader del Sole che ride - usa toni messianici, ma la sua attendibilità è pari a zero. Viene smentito dalla realtà, infatti, quando parla degli obiettivi raggiunti dal governo, non dalle opposizioni e dovrebbe avere il coraggio di dire agli italiani la verità e di chiedere scusa per affermazioni tanto ridicole quanto vergognose rivolte al centrosinistra». «Questo discorso incendiario alimenta lo scontro civile - conclude Pecoraro – Non si può permettere a Berlusconi di condurre l'Italia come fosse il Titanic, la sirena è suonata».

Nel merito, poi, sono tante le voci di chi smentisce, dati alla mano, le affermazioni fatte dal Presidente del Consiglio. «Le parole di Berlusconi sulla sicurezza sono pura fantasia, il patetico tentativo di difendere l'indifendibile», per dirla con il deputato, Maurizio Fistarol, responsabile Sicurezza della Margherita. «La realtà - spiega Fistarol - è ben diversa, perché di fronte al tanto sbandierato quanto fallimentare progetto del poliziotto di quartiere si contrappone una gravissima recrudescenza del fenomeno criminalità, con un andamento ancora più fosco per il 2004». « Ciò che è più grave - sottolinea l'esponente della Margherita - è che di fronte a questa emergenza il governo ha tagliato il 20% delle risorse destinate alle forze dell'ordine».

Ancora più esplicito Sgobio, del Pdci: «Stavolta nessuno gli crederà perché con il nuovo anno la stragrande maggioranza delle famiglie italiane si ritroverà con meno soldi e maggiori difficoltà economiche, proprio grazie alla manovra finanziaria e all'uso dissennato della finanza pubblica. È questo quello che Berlusconi ha accuratamente evitato di dire nascondendo verità amare che sono note a tutti. Altro che rispetto del contratto! Il presidente del Consiglio ha invece voluto sottolineare i suoi intenti pericolosamente autoritari parlando di riforma elettorale a ridosso del voto e, peggio, confermando l'intenzione di modificare la par condicio. Sarebbe, quest'ultima iniziativa, una sorta di golpe mediatico».

Già, la par condicio. Anzi meglio: la fine della par condicio. E’ stato uno dei passaggi chiave dell’incontro coi giornalisti. Ne parla Giuseppe Giulietti, ds, fondatore e animatore, dell’associazione “Articolo 21”. Dice Giulietti: «Non solo Mediaset ma anche la Rai è patrimonio della famiglia Berlusconi e il reiterato progetto di superare la par condicio e di modificare a colpi di maggioranza la legge elettorale rende invece esplicito il proposito di trasformare tutta la comunicazione politica in un immenso grande affare di famiglia». E ancora: «Il presidente del consiglio ci ha informato, durante la conferenza stampa di fine anno, che Mediaset resterà un patrimonio di famiglia. Il presidente del consiglio non ci ha invece fatto sapere se e quando la Rai smetterà di essere una parte del patrimonio di famiglia e sarà restituita al pubblico e sarà finalmente retta da un consiglio di amministrazione capace di rappresentare l'intera opinione pubblica. Il reiterato progetto di superare la par condicio e di modificare a colpi di maggioranza la legge elettorale rende invece esplicito il proposito di trasformare tutta la comunicazione politica in un immenso grande affare di famiglia».

Nel tradizionale incontro di fine anno coi giornalisti, il premier ha anche lanciato un’offerta politica a Mastella e ai radicali. Come rispondono i due soggetti? L’Udeur dice di non voler dire. «Ho già detto che sono in vacanza... – commenta Mastella - e comunque vale per noi la scelta di autonomia fatta dal Consiglio nazionale del partito». Quanto all'auspicio di Berlusconi, «mi pare ovvio - dice ancora il leader dell'Udeur - che da parte loro, rispetto ad un momento di difficoltà, ci sia tutto l'interesse. Lo farebbe chiunque».

Ed ecco i radicali: «Con rispetto, e con tanti auguri per il nuovo anno, non siamo ai saldi di fine stagione, in cui, in offerta speciale, si mettono insieme Mastella, Mussolini e Radicali», spiega Capezzone.

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WWW.CENTOMOVIMENTI.COM 30-12

Le opposizioni denunciano: "Berlusconi ha oscurato il Tg1"

Broglio mediatico premessa di altri possibili brogli politici

Per mandare in onda integralmente la conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio, Viale Mazzini ha deciso di non mandare il Tg1, che è così iniziato ben oltre le 14.

Un fatto grave, denunciano le opposizioni, e soprattutto senza precedenti.

"Che fine ha fatto il Tg1 delle 13 e 30? - hanno chiesto alcuni esponenti del centrosinistra con una nota congiunta - perchè i milioni di italiani abituati a seguire quel telegiornale oggi non hanno potuto farlo alla solita ora?".

Per Sandro Battisti, Gianfranco Pagliarulo, Valerio Calzolaio, Alfonso Gianni, Antonello Falomi e Loredana De Petris, "davanti all'immane tragedia del sudest asiatico", sarebbe stato meglio "che il servizio pubblico privilegiasse un'informazione più adeguata al momento e non che ne limitasse lo spazio per dedicarlo a Silvio Berlusconi".

"Non è questo - hanno concluso i parlamentari - quello che i cittadini vogliono e si aspettano dal cosiddetto servizio pubblico".

Altri esponenti della Grande Alleanza Democratica hanno invece concentrato le proprie critiche su quanto detto durante la conferenza stampa dal Cavaliere.

"Berlusconi - ha attaccato il dielle Natale D'Amico - ha dipinto l'Italia come fosse l'isola che non c'è di Peter Pan".

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Tiziano Treu, secondo il quale "la realtà è ben diversa dalle chiacchiere di Berlusconi", mentre per il comunista Pino Sgobio "il premier ha illustrato come al solito il paese di Bengodi".

Secondo il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio siamo in "emergenza democratica e il discorso del premier mostra la pericolosa deriva autoritaria del berlusconismo".

"Sarebbe opportuno - ha proposto Giuseppe Giulietti commentando i progetti di Berlusconi relativi ad una prossima abolizione della par condicio - che le forze di opposizione abbandonassero ogni litigiosità e si predisponessero ad una grande iniziativa, in Europa e in Italia, contro ogni forma di broglio mediatico premessa di altri possibili brogli politici".

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IL RIFORMISTA 30-12

Corsivo

Benvenuti ai nuovi nullafacenti in auto blu

Em.ma

Berlusconi, padre padrone della “Casa”, ha dovuto nominare altri dieci sottosegretari e due cosiddetti viceministri per placare gli appetiti di Forza Italia e dei piccoli sudditi. Il paese infatti non avrebbe più retto senza questa ulteriore folla di nullafacenti in auto blu. Una vergogna se pensiamo alle grida berlusconiane contro l’eccesso burocratico, i baratti e gli sprechi di “Roma ladrona”. Un mercato. Del resto se pensiamo che la Lega, con meno del 4% dei voti, ottenne i ministeri del Lavoro, della Giustizia, delle Riforme e una manciata di sottosegretari, possiamo misurare la politica dei ricatti consentiti dall’attuale sistema elettorale. Nel centrosinistra è esploso l’affare Mastella, un personaggio che ha il difetto o il pregio, scegliete voi, di dire a voce alta ciò che altri fanno sussurrando. L’anomalia sta nei due poli, che non sono due grandi partiti con le loro norme per scegliere i candidati, mentre le due coalizioni non ne hanno di proprie. Prevale dunque la legge del più forte e del ricatto dei minori. Tutti fanno i furbi e nessuno mette mano alle regole e non ci si accorge che le sceneggiate pre-elettorali provocano nausea ed astensionismo.

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EUROPA on the Web 30-12

I misteri buffi della villa del premier

Certosa, il segreto di Pulcinella

di (ch. g.)

Segreto di stato: nellÂ’Italia abituata a tutto di questa fine 2004 dovevamo vedere anche questa. Una lettera del sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta al presidente della Camera Casini, che doverosamente ne dà lettura in aula: «Delicati profili di opportunità, legati alla circostanza che la questione attiene a provvedimenti concernenti misure per la sicurezza e la protezione del presidente del consiglio...». In italiano, si parla della ristrutturazione della villa La Certosa di Porto Rotondo, mirabilmente e minuziosamente descritta da Gian Antonio Stella sul Corriere di qualche giorno fa: «Cinque piscine di talassoterapia, una cabina elettrica diventata un finto nuraghe con vetrate trasparenti sul mare, lÂ’anfiteatro che miracolosamente ottenne il via libera della regione allora forzista addirittura 56 giorni prima che fosse presentata la domanda (wow!), il celeberrimo imbarcadero scavato nella roccia in stile 007». Sappiamo tutto, di quei lavori.

Entrati nel mito insieme alle migliaia di cactus («di quattrocentottantasette specie diverse») allestiti personalmente dal premier per impressionare l’amico Vladimir (Putin) e alla bandana che in una sera di quest’estate fece correre un brivido lungo la schiena di Tony e Cherie (Blair). Eppure, sono un segreto di stato.

Non poteva che finire così, lÂ’anno dei condoni e delle sanatorie. Con un amaro sorriso sull’«evidente pericolo terroristico rappresentato dai magistrati sardi», come ha osservato Ermete Realacci. Perché, ecco, ci sarebbe unÂ’inchiestina della procura di Tempio Pausania. Per abuso edilizio, nonostante questo reato sia passato parecchio di moda ultimamente. E i pm avevano chiesto a Palazzo Chigi di poter effettuare unÂ’ispezione. Ecco il motivo della missiva istituzionale, alla quale è seguita formale comunicazione al Copaco: niente da fare, la villa è top secret.

Il segreto di Pulcinella.


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mercoledì, dicembre 29, 2004

MEDITAZIONE - 29/12/04

 

MANIFESTO (archivio)

Il triste anniversario dei diritti umani

di Mario Soares

 Tutta la teoria contemporanea sui diritti umani proviene dalla Dichiarazione dei Diritti dellÂ’Uomo e del Cittadino, votata nel 1789 dallÂ’Assemblea Costituente istituita dalla Rivoluzione Francese che, a sua volta, si ispirava nel preambolo della Dichiarazione dÂ’Indipendenza degli Stati Uniti (1776), che dice: «Tutti gli uomini sono nati uguali e hanno ricevuto dal loro Creatore alcuni diritti inalienabili». Antecedenti più lontani sono la Magna Carta (secolo XII) e la «Bill of Rights» delle rivoluzioni inglesi del secolo XVII.

Però, per noi che viviamo nel XXI secolo, il riferimento fondamentale sui diritti umani è la Dichiarazione Universale approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre del 1948. Questa dichiarazione, votata da tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite - compreso quelli che non la rispettano - è stata integrata da diverse convenzioni, come quelle relative ai diritti politici, quelli socio-economici e quelli della donna.

Nell’ultimo periodo della Guerra Fredda, i diritti umani sono stati una bandiera costantemente issata dall'Occidente per sconfiggere l'Unione Sovietica. Il blocco sovietico metteva l'accento sull'eguaglianza - definita guardando le scandalose disuguaglianze socio-economiche esistenti nel mondo capitalista -, mentre l'Occidente lo metteva sulle libertà e, soprattutto, su quelle politiche e religiose. Già allora, gli Stati Uniti usavano il detestabile criterio di “due pesi e due misure” per valutare le violazioni dei diritti umani, come spesso accadeva specialmente in America Latina, regione vittima di ripetuti interventi politico-militari ed economici da parte di Washington. L'esempio più clamoroso è stato il Cile di Pinochet.

Con la caduta del Muro di Berlino abbiamo assistito allo fenomeno - straordinario e non violento - del collasso del comunismo. E il mondo dette un giro di 180 gradi. Fu proclamata l'universalità dei diritti umani e della democrazia come una realtà alla portata di tutti i popoli, così come la promessa di una pace perpetua, vecchio sogno di Emmanuel Kant. Che illusi! La disintegrazione della Jugoslavia, lacerata da conflitti etnico-religiosi, e la Guerra del Golfo furono i primi segnali di quel che ci attendeva..

E poi arrivò l'11 settembre 2001, un orrore allo stato puro. Fu evidente l'immenso pericolo del terrorismo islamico o globale, insieme alla constatazione della vulnerabilità dell'iper-potenza. E siamo precipitati in un mondo inquietante dove l'importanza dei diritti umani è stata coscientemente screditata con il pretesto della preoccupazione per la sicurezza.

È fuori discussione che la lotta al terrorismo globale - o guerra, come imprudentemente l'ha chiamata Bush - è un imperativo assoluto con il quale dobbiamo essere fermamente solidali. Ma questa lotta deve essere condotta con intelligenza critica, basandosi su informazioni rigorosi, con il conoscimento del terreno e delle condizioni in cui il terrorismo si muove.

Il brodo in cui cresce il terrorismo è il sottosviluppo, la mancanza di orizzonti e gli attentati contro la dignità delle popolazioni arabo-musulmane. Ed è ovvio che dobbiamo combatterlo con il rispetto assoluto dei diritti umani. Quando non è così, i terroristi e i loro antagonisti si ritrovano sullo stesso livello morale.

Precisamente per questo, l'amministrazione Bush ha strepitosamente fallito. Adesso, siamo a un passo da una guerra di religioni che altro non è se non un tremendo passo indietro in termini di civilizzazione. E il tentativo di marginalizzare le Nazioni Unite è stato un tragico errore che ha causato una frattura nell'Occidente visto che l'Europa non può accettare un simile cammino, non solo per ragioni strategiche ma anche e soprattutto per i valori umanisti che sono alle radici della costruzione europea. La violazione dei diritti umani dei prigionieri di “guerra” a Guantánamo, in Iraq e in Afghanistan, rappresentano una totale trasgressione alle convenzioni di Ginevra. Anche la tortura è stato un errore imperdonabile.

Quando parlo di fondamentalismo non mi riferisco solo alla variante islamica, ma anche agli altri due che vi si oppongono, compartendo la stessa natura. Il fondamentalismo evangelico, nato negli stati del sud dell'America del Nord, attualmente in un momento di espansione anche in America Latina e in Africa, è dotato di ingenti risorse finanziarie; e il fondamentalismo ebro-ortodosso che oggi sembra avere come obiettivo la liquidazione dello Stato Palestinese.

A questi due fondamentalismi che, semplificando, definiamo di tipo religioso, dobbiamo aggiungerne un altro di tipo economico: il fondamentalismo del mercato, propulsore della globalizzazione senza etica che domina il pianeta e che lo divide tra poveri e ricchi, marginalizzando un terso dell'umanità.

Anche se sono molto differenti tra di loro, tutti questi fondamentalismi convergono per la distruzione dell'ordine mondiale fissato nella Carta delle Nazioni Unite, nel diritto internazionale e nella Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo che abbiamo ereditato dal secolo scorso e che bene o male, ha alimentato il sogno dell'uguaglianza della condizione umana, indipendentemente dalla razza, dalla religione e dalla situazione sociale.

(Mario Soares è stato presidente del Portogallo dal 1986 al 1996)


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martedì, dicembre 28, 2004

RESISTENZA - 28/12/04

IL RIFORMISTA 28-12

Corsivo

La coppia storica del secolo: Cavaliere/Al Capone

La settimana scorsa avevamo notato che Elisabetta Gardini, intervistata da Claudio Sabelli Fioretti (Magazine-Corriere), faceva concorrenza a Emilio Fede indicando il cavaliere come l’uomo della Provvidenza, che tutto il mondo ci invidia. Fede, dicevamo, è insuperabile perché ha un’autenticità che altri tentano invano di imitare. Questa settimana è la volta di Claudio Scajola a tentare, e lo fa con un’intervista allo stesso Sabelli Fioretti. Questi chiede: «Lei ha detto: Berlusconi è il sole al cui calore tutti si vogliono scaldare». Ecco la risposta di Scajola: «È vero… È geniale. Di persone come Berlusconi ne nascono due in un secolo». Domanda: «Chi è il secondo?». Risposta: «John Kennedy». Vogliamo innanzitutto assicurare lo Scajola che non proprio tutti vogliono scaldarsi ai raggi del “cavaliere Sole”, e tra chi l’ha fatto c’è già chi si è scottato. C’è anche chi pensa che il secondo del secolo, in coppia con il cavaliere, non sia Kennedy ma Al Capone. Noi non siamo d’accordo, né con lei né con i detrattori del Berlusca. Tuttavia vorremmo salvaguardare, nella venerazione del cavaliere, l’autenticità di Fede, al quale, incolume alle Maldive, inviamo cordiali auguri.

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WWW.CENTOMOVIMENTI.COM 27-12

Le verità di Berlusconi smentite dalla quotidianità

Ma in quale razza di Paese vive il Cavaliere?

FRANCESCA GAMBA

Con sconcerto apprendiamo che il presidente del Consiglio, dopo un incontro a pranzo con il leader della Lega Umberto Bossi, dichiara di essere un inguaribile ottimista e sollecita gli italiani a non dare retta alla stampa di sinistra che continua, a suo giudizio, a fotografare una realtà che non esiste. Secondo il premier non ci sarebbe recessione né un impoverimento generalizzato nel Paese.

L'inflazione è più bassa di quella di Francia e Germania e gli occupati crescono.

Che ci siano più occupati è la verità, ma ad aumentare sono i precari ed il precariato è ben diverso dal lavoro flessibile.

Il precario lavora due mesi, verrà pagato dopo sei e lavorerà di nuovo chissà quando. Il tutto senza che ferie o malattia siano garantite e quindi retribuite.

Se facessimo lo sforzo di seguire il punto di vista del Cavaliere dovremmo concludere che in fondo le cose non vanno poi così male. Forse è solo che non ci siamo accorti di vivere nel paese dei balocchi.

La realtà del presidente del Consiglio è molto diversa da quella che viviamo noi, tutti i giorni. Berlusconi e poche altre migliaia di persone di certo non devono fare i conti per vedere se arriveranno o meno a fine mese.

I giornali definiti dal premier "di sinistra" mettono in evidenza solamente la realtà, nuda e cruda.

Riuscirà a spiegarci il capo del Governo come mai appena pochi giorni prima di Natale, le strade erano piene di persone che giravano come trottole e i negozi desolatamente vuoti? Gli italiani hanno risparmiato non solo sui regali, ma anche su cenoni e pranzi.

Come ci spiega il fatto che nei supermercati si è arrivati alla rissa per accaparrarsi le merci in offerta? Questo succede per esempio a Roma, non in un quartiere periferico, ma in una zona borghese come "Monte Verde". In periferia, se si è fortunati, oltre a rimediare botte, ti rubano la spesa appena fatta.

Come mai i mercati e le bancarelle sono affollati e non i negozi? Questo succede non in occasione del periodo prefestivo, ma tutti i giorni dell'anno.

Come mai molte famiglie monoreddito diventano clienti abituali della Caritas, almeno per un pasto al giorno? Non si tratta di extracomunitari, ma di cittadini italiani. Cosa ha da dire a queste persone il presidente del Consiglio? Che non si sono accorti di vivere in un Paese ricco?

Berlusconi deve spiegarci come è potuto accadere tutto questo. E non dica che è colpa dell'euro; perchè se così fosse allora il suo Governo non ha fatto nulla per controllare e punire gli speculatori?

E' molto facile adattarsi dal peggio al meglio. Dura è per chi da un certo benessere è passato a condizioni più limitative, e queste persone sono la maggioranza degli italiani.

I nuovi ricchi sono gli ambulanti, quelli dei facili condoni e concordati fiscali.

Tutto grazie alla politica economica del Governo.

Siamo un paese di truffaldini. Obietterà il premier che lo siamo sempre stati, ma la differenza è che la truffa ora è legalizzata; non pagare le tasse è morale e commettere reati gravissimi solo un peccato veniale. Di galera nemmeno a parlarne. Anzi ci si adopera per far uscire dalle patrie galere coloro che sono già stati condannati in primo grado.

Ma in quale razza di Paese vive il Cavaliere? Gli italiani vivono in un Paese che ha dimenticato cosa sia lo Stato di diritto, cosa sia uno Stato sociale e solidale, del quale il fine ultimo è di stare dalla parte dei più poveri, dei giovani, vera forza trainante del futuro, degli anziani, dei malati.

Il nostro è diventato un paese immorale e ingiusto, dove solo i più scaltri fanno fortuna.

Il premier ha fatto un bilancio positivo dell'azione del suo governo. Permetta a noi di fare il nostro e di bocciare il suo Esecutivo. Peccato che non ci siano più gli esami di riparazione a settembre. Avrebbe potuto ritentare per superare la prova.


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MEDITAZIONE - 28/12/04

ESPRESSO on-line

Modello di sviluppo arraffa e divora

Il progresso 'necessario' sta distruggendo migliaia di specie viventi e non si vede perché non dovrà far scomparire anche quella umana

Giorgio Bocca

 L'ex premier britannico Benjamin Disraeli ha detto: "Nel nome della necessità sono stati compiuti i delitti più inutili ed efferati". Se ne sta compiendo un altro nella Cina del capitalismo-comunista tanto efferato quanto nascosto. Ventimila minatori morti per la riapertura delle vecchie miniere di carbone, necessarie alla grande crescita produttiva. Prima il carbone poi la vita dei minatori, non è stato questo il modello della grande rivoluzione industriale? Le foreste africane del Niger, l'estuario del Mississippi, le coste del Vietnam, le incontaminate terre dell'Alaska.

Da noi, per via della necessità, si parla del ritorno all'idroelettrico, con prudenza naturalmente, con un migliore sfruttamento degli impianti già esistenti, ma si sa come andrà a finire: nuove dighe, il ritorno al nucleare.

La necessità giustifica il troppo che giustifica le umane stragi. Nelle due torri di Manhattan distrutte l'11 settembre del 2001 sono scomparse le sedi di 400 società, la sola banca di investimenti Kefee e Bruyette ha perso 56 impiegati. Troppo di tutto, anche di nazioni, di bandiere, di lingue, ma una soltanto che funzioni in tutto il mondo, la lingua dei soldi che parla solo di finanza e di tecniche nel nome della necessità.

Lo sviluppo 'necessario' procede senza regole. Per trent'anni nell'Italia del nord le grandi opere pubbliche sono state rimandate, nessuno ha capito il perché, forse pesava la stanchezza per la ricostruzione del dopoguerra, forse altri investimenti sembravano preferibili. Ora le grandi opere e la loro necessità sono irresistibili: nella sola Lombardia l'Hub della Malpensa l'aeroporto gigante che riempie di rumori e veleni l'intera valle del Ticino, la nuova gigantesca Fiera campionaria che già attende milioni di visitatori cinesi, la nuova Scala, le varianti di valico, l'alta velocità ferroviaria nella totale indifferenza se i grandi numeri saranno compatibili con gli spazi e con gli inquinamenti.

Del resto una buona parte dei guasti è già stata compiuta, attorno a Milano l'avvelenamento dei terreni ha superato i 30 metri di profondità, il traffico è talmente insopportabile che i sindaci chiedono poteri dittatoriali per risolverlo, ma come è possibile se la circolazione cresce nel milanese di 100 mila auto l'anno?

Per l'altra legge della necessità che è l'agglomerazione degli impianti e del profitto l'industria chiama industria, il gigantismo altro gigantismo, la nuova Fiera guida lo sviluppo incontenibile dell'ovest Milano: nuove strade per l'aeroporto gigante, nuovi snodi autostradali, nuovo gigantesco scasso del territorio per l'alta velocità ferroviaria, secondo una razionalità demenziale ma a cui non ci si può opporre.

I tecnici e i costruttori di questo sviluppo convulso sono bravissimi a violare la legge della impenetrabilità dei corpi, ma si disinteressano delle previsioni ambientali o sociali; da tempo è stata abolita la contabilità del dare e dell'avere su quale parte del pubblico sia stato incamerato dal privato e quanto di esso dai privati più ricchi e potenti.

Solo ora, ma troppo tardi, gli 87 comuni piemontesi e lombardi, a cui la grande Malpensa ha reso difficile a volte impossibile la vita, hanno cominciato a contare i danni e a chiedere di fermarli.

I cantori dello sviluppo continuo sono ottimisti: tutto va nel migliore dei modi, le macchine intelligenti allargheranno per tutti il tempo libero che a sua volta creerà nuove occupazioni. Lo sviluppo non si cura delle scelte giudiziose, arraffa e divora dove gli conviene, sta distruggendo migliaia di specie viventi e non si vede perché non dovrà far scomparire anche quella umana, così finiremo una buona volta di occuparci della sua, nostra stoltezza.


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MEDITAZIONE - 27/12/04

ESPRESSO on-line 27-12

E neanch'io mi sento troppo bene

Le sorelle Lecciso rinviate alle camere. Dentisti culattoni vogliono estirpare le radici cristiane. Di qui il decreto salva preti. Ma nella grotta c'è Ali Babà e intanto Dell'Utri...

Umberto Eco

 Buon Natale. Ammetto che è colpa mia, che ho passato le ultime settimane in viaggi continui all'estero, e non potevo seguire i giornali italiani, ma certamente ora al ritorno mi trovo ad avere le idee un poco confuse, sia leggendo che ascoltando quello che dice la gente.

Dunque, mi sembra che Prodi abbia accusato tali gemelle Lecciso di essere delle mercenarie, perché andavano volontarie un poco dappertutto per sollevare l'animo ai vecchietti freschi di operazione - pare abbiano subito il taglio delle tasse - e la gente dice che non se ne può più. Indignata reazione del governo che ha annunciato che si defilerà dal protocollo di Kyoto. Litigi nel centrosinistra.

Secondo altre fonti però risulterebbe che tali gemelle siano state rinviate alle Camere dal presidente della Repubblica, cosa che mi confonde un poco le idee perché mi pareva che fossero state rinviate non alle Camere, ma ai salotti televisivi. Però se è alle camere che sono state rinviate debbono essere le camere di ospedale dove queste sorelle, sofferenti di anoressia, entravano di soppiatto per fare iniezioni letali ai vecchietti di cui si diceva. Sorprese mentre iniettavano ossigeno in vena a un ottuagenario con una pompa da bicicletta, non venivano arrestate per non violare la legge sulla privacy. Come reazione, credo, sono circolate voci di uno spostamento di Mastella verso Forza Italia.

L'altro problema è quello di una associazione credo di dentisti culattoni che vogliono estirpare le radici cristiane dell'Europa per cui hanno violentato Rocco Buttiglione e pertanto il governo, sempre per salvare queste radici cristiane, ha fatto approvare una legge Salva Preti, i quali preti però sembra che per politically correct non vogliano più il presepio perché offenderebbe la sensibilità degli immigrati. Anzi, non vogliono neppure più Babbo Natale perché in fondo si tratta di san Nicola di Bari e sempre cristiano è, per cui le renne dovrebbero ora portare una lampada di Aladino; i bambini fanno gratta e vinci con la lampada ed esce il genio che gli dice di scegliere tre desideri. Uditi i desideri, il genio stende un Contratto coi Bambini Italiani impegnandosi a soddisfarli per il Natale successivo e chi s'è visto s'è visto.

Ma se capisco bene questi problemi intra e multi etnici, credo che la soluzione proposta da molte scuole sia quella di fare un presepe che si svolge come è ovvio in Palestina, ma nella grotta c'è Ali Babà assistito da Sheerazade e Harun el Rashid, mentre i doni gli sono recati da quaranta ladroni e tre saggi d'Oriente (giunti alla grotta seguendo una mezzaluna caudata) che recano cannabis indiana, papavero afgano e hashish del Veglio della Montagna.

Dal canto proprio (questo non l'ho letto ma lo si intuisce da qualche dichiarazione), per difendere i valori della cultura musulmana, l'imam della moschea di viale Jenner avrebbe deciso di costruire per la nascita di Gesù (celebrata dal Corano, XIX, 23, nella 'Sura di Maria') una grotta di Massabielle con Bernadette Soubirous che sta in estasi davanti all'apparizione di una vergine palestinese col capo coperto da un chador azzurro.

Mi pare anche che una decisione di qualche ente giuridico abbia stabilito che per trovare un simbolo da appendere nelle scuole e che rappresenti per qualsiasi forma di fondamentalismo l'immagine stessa della vita, dietro alla cattedra verrà esposto un embrione. Protesta di Mastella che lascia sospettare di contatti con la parte avversa. Burrasca nel centrosinistra.

Per altre notizie le mie ricostruzioni sono più vaghe. Pare che, a causa della completa identificazione della politica con lo spettacolo, i due partiti che si batteranno alle prossime elezioni si chiameranno il Gad e il Bruno. Voci di uno spostamento di Mastella a destra. Confusa la situazione giudiziaria. Da quello che comprendo, condannato per reato di prescrizione, Berlusconi dovrà assumere come cavallante Marcello Dell'Utri, e ospitare la sua biblioteca di libri antichi nella stalla di Arcore.

Assolutamente confuse le notizie sulle fusioni, che mi lasciano fuso. Da quanto deduco (ma ogni giorno le notizie cambiano) siamo a un passo dalle fusione finale tra Fastweb, Wind, Telecom, Tim, Tom and Jerry, Teletron, Metatron, Totip, Fiat, General Motors, Motorola, Nokia, Xanadou, Dixan, Hatu, Ciocorì e Veramon. Il prodotto unificato di questa nuova holding dovrebbe essere una pillola in tungsteno peloso che, una volta inghiottita, ci fa avere visioni, udire voci di parenti trapassati, e ci trasporta telecineticamente su altri pianeti.

Non ho trovato sui giornali italiani notizie degne di rilievo su altri problemi che prima della mia partenza affliggevano il mondo. Si vede che tutto il resto va bene. Buon Natale.


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RESISTENZA - 27/12/04

REPUBBLICA on-line 27-12

CARTA CANTA

di Marco Travaglio

Mai dire mai

"Io non mi siederò mai più allo stesso tavolo con Umberto Bossi. E' totalmente inaffidabile, un monumento di slealtà. Non appoggerò mai più un governo che sia appoggiato anche da Bossi. La mia chiusura non è verso la Lega, ma verso il signor Bossi".

(Silvio Berlusconi, 2 febbraio 1995).

"Oggi pranzo fra Berlusconi e Bossi nella casa di Gemonio, per siglare l'accordo con la Lega Nord in vista delle elezioni regionali".

(dai telegiornali del 26 dicembre 2004).

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CORSERA 27-12

Berlusconi-Bossi, intesa sulle Regionali

Il premier dal Senatùr: a noi i governatori e alla Lega assessorati sulle riforme

Giuseppe Guastella

GEMONIO - Sicuro di avere ancora al suo fianco Umberto Bossi, che sente vicino anche fisicamente, rinfrancato dal pranzo in casa del Senatur (presenti anche Calderoli, Tremonti, Giorgetti, Marano e Brancher) e dal lungo colloquio con l’alleato, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sceglie il giorno di Santo Stefano per fare un bilancio dell’attività del governo, tracciare la strada politica di fine legislatura e per rassicurare gli italiani: non siamo in un fase di recessione economica e, tutto sommato, il 2004 non è stato poi un anno così cattivo.

TORNERÀ COME PRIMA - Le prime parole del premier sono per l’amico Bossi che ha visto «lucidissimo, spiritoso e ottimista», «in nettissimo miglioramento, cammina in maniera spedita in casa e di testa è superpresente». La Lega rinuncia a rivendicare la presidenza di una delle quattro regioni del Nord già della CdL e incassa come «compensazione» gli assessorati connessi alla devoluzione.

ECONOMIA - Archiviata la manovra finanziaria, «ormai è consolidata», Berlusconi guarda al presente e al futuro con ottimismo perché, precisa, «non abbiamo quel pessimismo che dilaga su certi giornali della sinistra, che fanno proprio da menagramo».

«NESSUNA RECESSIONE» - A dimostrare che le cose non sono poi andate così male, per il presidente del Consiglio c’è una serie di fattori. In primo luogo le retribuzioni, aumentate più dell'inflazione. Quindi la stessa inflazione, che è inferiore a quella di Germania e Francia e, poi, le 200 mila nuove assunzioni, la disoccupazione al 7,4%, «minimo storico» e, ancora, la Borsa aumentata del 15-16%: «Io non vedo recessione e non vedo perché ci debba essere del pessimismo».

PATTO DI STABILITÀ - Uno degli obiettivi futuri è la modifica del Patto europeo di stabilità in modo che sia «interpretato in maniera più flessibile, più adeguata al momento dell’economia che è di stagnazione». Berlusconi annuncia di aver già incassato il sì informale (ma se ne discuterà a marzo) di Francia, Spagna, Inghilterra e Germania.

FACCIO DEL MIO MEGLIO - Silvio Berlusconi si definisce «un cristiano, praticante oltretutto, che tenta di fare del suo meglio insieme alla squadra dei suoi collaboratori per migliorare le cose».


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domenica, dicembre 26, 2004

RESISTENZA - 26/12/04

TUTTO DA RIDERE

Premier, Governo e Maggioranza Parlamentare sono a rischio. Hanno disastrato la Costituzione per salvarsi le chiappe. Assurdo pretendere che siano loro stessi a firmare il proprio mandato di cattura

Luciano Seno

REPUBBLICA on-line 26-12

CARTA CANTA

di Marco Travaglio

Mandato rimandato - Arresto arrestato

"Fumata nera a Bruxelles sul mandato di cattura europeo. L'Italia ha bloccato oggi un accordo fra i ministri della giustizia dell'Ue dopo che la presidenza di turno belga era riuscita a far maturare l'intesa di 14 paesi su un testo di compromesso. Il ministro Castelli - giunto a Bruxelles con un preciso mandato parlamentare - non ha cambiato posizione: l'Italia si oppone alla lista 'lunga” di 32 reati cui sarebbe applicabile il mandato d'arresto europeo e ne propone una corta di sei: partecipazione ad un'organizzazione criminale, terrorismo, sfruttamento sessuale di minori e pedopornografia, traffico di stupefacenti, di esseri umani e di armi. (...)

L'Italia non accetta l'elenco già sottoscritto dai partner, che comprende molti altri reati: da quelli di frode e corruzione al riciclaggio, dalla falsificazione di banconote in euro al dirottamento, dai crimini ambientali all'estorsione. (...) L'ultima proposta di compromesso del Belgio ha offerto a tutti soluzioni ritenute soddisfacenti. (...) All'Italia, in particolare, è stata concessa un'eccezione per far entrare in vigore il mandato dal 1* gennaio 2004".

(Ansa, 6 dicembre 2001).

"Mi auguro di cuore che il mandato d'arresto europeo possa essere recepito dal mio Paese entro l'anno. Il ministro della Giustizia Castelli mi ha assicurato la volontà del governo di procedere rapidamente all'adozione del provvedimento"

(Franco Frattini, neocommissario europeo alla Giustizia e alla Libertà, 25 novembre 2004).

"Il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, ha inviato una lettera al Presidente del Senato Marcello Pera per chiedere una sollecita calendarizzazione al Senato del ddl sul mandato di arresto europeo, già approvato alla Camera. Lo si è appreso alla Farnesina. Sullo stesso argomento Fini ha scritto anche al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in vista del Consiglio Europeo del 16-17 dicembre, che sarà chiamato ad esaminare i progressi degli Stati membri nell'affermazione delle misure di lotta al terrorismo.

(Ansa, 14 dicembre 2004).

"Per il mandato d'arresto europeo si profila un rinvio a dopo le vacanze natalizie".

(Ansa, 14 dicembre 2004).

''Io al mandato d'arresto dissi di no. Poi il presidente del Consiglio fu di parere diverso e impegnò l'Italia ad accettare questo testo. Oggi succede che è impantanato in Parlamento perché i parlamentari, molti dei quali allora dubitavano della mia buona fede, anche nella maggioranza, si sono resi conti di che razza di testo sia e non riescono ad approvarlo, questa è la verità. E oggi ci troviamo in una situazione un po' imbarazzante perché prima abbiamo detto sì e siamo l'unico Paese dei 25 che non lo ha approvato. Questo chiaramente è imbarazzante''.

(Roberto Castelli, ministro della Giustizia, Ansa, 24 dicembre 2004).

-=oOo=-

"Il mio Silvio buono e altruista, vi giuro che merita il Paradiso"

Don Antonio Zuliani, 84 anni, il prete che il premier definisce come il suo "garante presso Dio": "Ha compiuto opere buone"

di ANTONELLO CAPORALE

SIAMO al telefono con don Antonio Zuliani, garante di Silvio Berlusconi presso Dio. Don Zuliani è un friulano ottantaquattrenne, un prete arzillo, curioso, attento. Guida la Piccola Comunità di Conegliano, centro per il recupero dei tossicodipendenti, il luogo dove quattro anni fa Berlusconi confessò di aver sconfitto il cancro. E' il padre spirituale del nostro presidente del Consiglio e, soprattutto, suo "garante presso Dio".

Don Zuliani, è lei dunque il grande confessore.

"Figliolo, la prego, la questione è così delicata... non mi sento di farne una pubblica trattazione".

Peccati grandi?

"Stendiamo un cordone sanitario".

Si confessa spesso?

"L'influsso spirituale può essere trasmesso anche a distanza".

Lei lo chiama.

"O gli scrivo".

Quando l'ha conosciuto?

"Nel lontano 1960. Dirigevo a Bolzano l'Opera Salesiana e Silvio era in Alto Adige per il servizio militare. Uomo dai forti e sicuri principi, mi domandò di poter fare uso di un pied-a-terre, un luogo dove ritrovarsi nei momenti liberi".

Un ristoro per il corpo e per l'anima.

"Aveva studiato dai salesiani e quindi si sentiva a casa. Mi scrisse una bellissima lettera e io lo accolsi".

E da allora...

"Sempre insieme. Un figlio, un amico fraterno".

L'ha voluta vicino.

"Ho avuto disponibilità di una suite nella casa di viale Zara a Milano. Mi ha fatto conoscere la sua famiglia, bellissime persone. Il papà, la mamma, la signora Veronica".

L'ha portata ad Arcore?

"Altro che!".

E' un uomo buono.

"Buono, altruista, trasparente".

Che non cura dunque solo i suoi interessi.

"L'ho detto e mi piace ripeterlo anche ai lettori di Repubblica: i suoi interessi sono sempre subordinati a quelli degli altri".

Molto in subordine.

"Voi spesso criticate le scelte del presidente, puntate il dito, accusate".

In questo mondo siamo tutti peccatori.

"Sento il bisogno di testimoniare il suo altruismo".

Cosa legge?

"Molti giornali. E tra i molti anche Il Domenicale di Marcello Dell'Utri".

Anche su Dell'Utri mette la mano sul fuoco?

"Uomo corretto e onesto. Se poi nella sua vita ci sono state pieghe un po' così, beh... non lo so, non posso saperlo".

Sulla scorta delle sue verifiche, si può affermare che Berlusconi andrà con sicurezza in Paradiso.

"Assolutamente, le opere buone che ha compiuto sono tali e tante".

Fosse per lei sarebbe anche beato.

"Il mio principale è il titolare di queste concessioni".

Nel caso, lei se ne farà garante.

"Testimonierò".

Nessun peccato mortale.

"Non mi provochi".

Niente.

"Se ci sono cose che non vanno io glielo dico".

Non fa come l'altro prete di Forza Italia, don Gianni Baget Bozzo, che non rileva mai incongruenze nell'uomo.

"Se fa gaffes lo dico. L'amicizia è così sincera e profonda che mi permette di essere critico".

Scrive.

"Scrivo".

Guarda Silvio, in qualità di garante...

"Garante, così ha detto lui".

Comunque il saldo è positivo.

"Al netto il fatturato dà segno più".

Parla come piace a Berlusconi.

"Sono un povero prete".

Lui è ricco.

"Le ricchezze se le è conquistate e spesso le mette a disposizione dei più umili".

E' davvero a un passo dall'esser santo.

"Spesso ho raccolto le confidenze dei suoi lavoranti che raccontano di un uomo giusto e saggio, e lo fanno con uno spirito devoto, riconoscente".

Quando si confessa lei lo assolve.

"Sempre: ego te absolvo".

E comunque non ci sono peccati grandi.

"Figliolo, preferirei sorvolare".


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